Pubblicata sul mercato americano e internazionale il 3 settembre 2025, Everything Dead & Dying è una mini-serie a tema zombie che è riuscita a ritagliarsi un posto di rilievo sugli scaffali delle fumetterie e a ottenere un ottimo riscontro dalla critica sin dal debutto. La serie è pubblicata da Image Comics in collaborazione con Tiny Onion.
Il team creativo
Il team creativo dietro questa storia è composto da due autori candidati agli Eisner Awards: Tate Brombal (Batgirl, Black Hammer, House of Slaughter) e Jacob Phillips (That Texas Blood, The Enfield Gang Massacre, Newburn). A completare il team ci sono il letterista Aditya Bidikar e il colorista Pip Martin.
La trama
Everything Dead & Dying segue la storia di Jack Chandler, unico sopravvissuto all’apocalisse zombie, rifugiato nella sua isolata comunità agricola. Ma invece di eliminare i non-morti, Jack ha scelto di convivere con loro – compreso il marito e la figlia adottiva per i quali ha lottato così duramente. Quando però degli estranei scoprono la sua città, Jack diventa improvvisamente l’unica cosa che si frappone tra loro e il destino della sua famiglia.
Everything Dead & Dying è un dramma rurale dal tono malinconico ambientato durante un’epidemia zombie, descritto come un incontro tra The Last of Us e Yellowstone, perfetto per i lettori di The Walking Dead, Essex County e Revival.¹
Il giusto equilibrio tra sceneggiatura e disegni
Quando Image Comics annunciò questa miniserie non ne ero particolarmente interessato perché non ne capivo il senso, essendo questa molto simile a The Walking Dead e quindi il confronto è inevitabile. Un’altra storia di zombie? No, grazie. Ma dopo aver letto il primo numero mi sono dovuto ricredere: Everything Dead & Dying non è una storia di zombie, né vuole esserlo. È un racconto intimo, malinconico, che usa la fine del mondo solo come sfondo per parlare di perdita, rimpianto e delle scelte che definiscono ciò che resta di noi quando tutto è perduto. In questa storia non esistono buoni o cattivi: la linea tra bene e male è molto più sottile. Ed è tra queste sottili linee che Jack cerca di vivere la sua vita, anche se intorno a lui c’è solo morte.
Jacob Phillips, che già conoscevo da altri suoi lavori come The Enfield Gang Massacre e Newburn, si conferma nuovamente un disegnatore straordinario: la sua abilità di sintesi nel rappresentare sia momenti di intimità familiare che di puro orrore non lascia spazio a commenti. Ogni tavola trasuda emozione e inquietudine, amplificando perfettamente l’atmosfera sospesa creata da Brombal.
Allo stesso modo, la colorazione a pastello di Pip Martin contribuisce a definire l’identità emotiva della serie: insieme riescono a trasmettere un calore familiare quasi rassicurante, ma anche un profondo senso di urgenza e un’ansia claustrofobica nei momenti più tesi della storia.
Tavola tratta da Everything Dead & Dying #1
Tavola tratta da Everything Dead & Dying #1
Giudizio finale
La issue #1 di Everything Dead & Dying segna l’inizio di una miniserie destinata a far parlare di sé, grazie alla forza dello storytelling di Tate Brombal e all’impatto visivo del team artistico formato da Jacob Phillips e Pip Martin.
La fusione tra il tratto deciso di Phillips e la delicatezza dei colori pastello di Martin esalta i momenti più intensi della narrazione, creando un equilibrio perfetto tra calore e inquietudine.
Un debutto potente, capace di catturare l’attenzione non con l’azione, ma con l’emozione.