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Iban Coello, l’artista Marvel che strizza l’occhio a manga e picchiaduro

Abbiamo intervistato Iban Coello, artista catalano in forza a Marvel, disegnatore di Venom, Dark Ages, Fantastici 4 e dell’ultimo lavoro di Jonathan Hickman, Imperial

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Da qualche anno a questa parte la Spagna è patria di alcuni dei talenti più cristallini che si stanno facendo strada nel mondo dei comics. Tra questi spicca Iban Coello, artista catalano dal tratto elegante, limpido e dinamico.

Un disegnatore che matura il suo stile assimilando quanto possibile dai maestri d’arte orientale come il mangaka Akira Toriyama e la sua intramontabile opera Dragon Ball, ma che riesce a cogliere quanto più possibile anche dai videogiochi. E chi conosce il tratto di Iban non può non ritrovare nei suoi disegni ‘qualcosa’ dei titoli Capcom, ad esempio.

Ma nonostante un debole per arte e artisti orientali, Iban Coello è diventato un importante disegnatore Marvel, tanto da essere selezionato insieme a Federico Vicentini da Jonathan Hickman, il più grande sceneggiatore in forza attualmente alla Casa delle Idee, per prestare la sua arte all’ultima fatica fantascientifica del deus ex machina dell’Ultimate Universe: Imperial.

La saga cosmica Marvel, arriverà a giorni in Italia e Iban ha concesso a PopCorNerd un po’ del suo tempo per poter fare quattro chiacchere sul suo percorso da artista, rivelandoci alcuni interessanti aneddoti su alcuni lavori a cui ha preso parte. Ecco a voi Iban Coello!


Iban Coello si racconta: dall’amore per Dragon Ball sino alle guerre cosmiche di Imperial

PCN – Mi piacerebbe iniziare l’intervista chiedendoti come è nato il tuo stile.
Hai un tratto pulito e dinamico, e riguardando alcuni dei tuoi primi lavori ho notato somiglianze con autori degli anni ’90 come Joe Madureira o Jeff Matsuda. Ma, da quanto ho letto in alcune tue dichiarazioni, hai trovato ispirazione anche nell’arte orientale e in alcuni grandi mangaka.
Quindi, quali artisti ti hanno davvero ispirato all’inizio della tua carriera?

Iban Coello: Allora… le mie ispirazioni iniziali sono sempre state piuttosto chiare. Credo che, soprattutto, sia stato molto influenzato da Dragon Ball e dall’opera di Akira Toriyama.

Il Majin Vegeta di Iban Coello, omaggio ad Akira Toriyama

Ma anche il fatto di essere stato un videogiocatore fin da piccolo, specialmente nelle sale giochi, mi ha influenzato molto. Mi ha colpito tantissimo tutta la parte artistica dei videogiochi, soprattutto quelli della Capcom e SNK.

Artisti come Shinkiro e Bengus mi hanno influenzato e mi hanno aiutato a godermi ancora di più quello che faccio.
È qualcosa che cerco di portare ogni giorno nel mio lavoro, insieme alle influenze che ho dal fumetto americano, europeo e giapponese.

PCN – Il tuo tratto pulito è legato a uno dei personaggi più “sporchi” e viscerali dell’universo Marvel: Venom. Con uno stile fluido come il tuo, ti è stato facile adattarti a un personaggio così intenso?

Iban Coello: Devi capire che disegno Venom e Spider-Man da quando ero piccolissimo. Li disegnavo sui bordi dei quaderni a scuola e li ho disegnati un’infinità di volte.
L’unica cosa che ho dovuto fare è stata adattarmi un po’ al tipo di disegnatore che sono ora, con altre influenze. Le basi le avevo già: il “programma per disegnare Spider-Man” era già installato [risata n.d.r.], ho solo continuato a perfezionarlo col tempo.

PCN – Su Venom hai lavorato prima con Donny Cates e poi con Al Ewing, due sceneggiatori straordinari. Come artista, quali differenze hai notato tra il Venom di Cates e quello di Ewing?

Iban Coello: Penso che la differenza principale sia che Donny Cates punti di più sull’emotività. È più concentrato sulla storia e sui concetti che vuole raccontare, che sono incredibili, ma ciò che lo muove davvero è l’emozione.

Al Ewing, invece, è più tecnico e riflessivo; anche quando parla di lavoro, lo fa in modo più tranquillo e razionale.
Entrambi sono persone adorabili e molto gentili, ma la differenza tra loro, dal mio punto di vista, è quella: uno è più emotivo, l’altro più cerebrale.

PCN – Ultimamente hai pubblicato su Instagram un’immagine con una copertina da te disegnata del Venom di Cates.

Iban Coello: Sì, credo che fosse l’ultima copertina che ho fatto per lui: quella con Venom che cammina verso l’oscurità. [Venom vol. 4 #34 n.d.r.]

Cover di Venom vol. 4 #34

PCN – Ti sei divertito a lavorare su Venom War?

Iban Coello: Sì, molto. Quando lavoravo su Venom ero molto giovane e non mi ero ancora completamente adattato a ciò che volevo disegnare; forse non avevo abbastanza sicurezza e mi concentravo più sul finire il lavoro che sul divertirmi, perché volevo essere professionale.

Ora, con l’età e con più tempo per esercitarmi ed esplorare, mi godo molto di più ciò che faccio. Quando ho lavorato su Venom War, avevo un maggiore controllo su ciò che disegnavo e me lo sono davvero goduto. È stato molto divertente.

PCN – Dopo un personaggio oscuro, sei passato a un’era oscura: Dark Ages. Insieme a Tom Taylor hai creato questo What if che ti ha dato molta libertà creativa, trattandosi di un universo non canonico. Anche se hai usato personaggi Marvel, hai potuto reinterpretarli a modo tuo.
Com’è stato costruire un mondo da zero? Hai potuto scegliere tu stesso alcuni personaggi della storia?

Iban Coello: No, no è stato Tom ad avere l’idea iniziale su quali personaggi utilizzare, che poi io ho sviluppato e reinterpretato. Diciamo che, per i personaggi principali, avevo già un’idea più o meno chiara della direzione della storia e di alcuni concetti di design.

Per esempio Iron Man: sapevo che doveva avere uno stile steampunk. Così ho proposto delle idee, e oltre ai personaggi che disegnavo direttamente io, Tom aveva fornito alcune linee guida, soprattutto per Iron Man. Lui aveva le idee molto chiare, ma ho cercato di aggiungere un tocco personale.

Lo Steampunk Iron Man di Iban Coello per Dark Ages

Ad esempio, gli dissi che la gente in quel nuovo mondo non avrebbe smesso di indossare i vestiti che portava prima. Nel caso di Iron Man, ha molte armature, quindi sarebbe stato poco realistico costruirne una nuova da zero senza risorse né macchinari.

Ho pensato che avrebbe potuto riutilizzare le sue vecchie armature e adattarle per creare quella versione steampunk che volevamo, invece di costruirne una completamente nuova.
Se guardi bene, infatti, si tratta di pezzi di altre armature, come la Extremis o altre più recenti che ho integrato.

L’idea era che Tony, con un martello e attrezzi normali, modificasse quei pezzi fino a renderli funzionali.
C’era un pizzico di fantasia, certo, ma questo era lo spirito dei design.

La stessa cosa per gli altri personaggi: ad esempio Johnny Storm indossa una tuta ignifuga che sembra quasi quella di un astronauta. Mi sono ispirato molto a The Fury, un personaggio di Metal Gear Solid 3.
Perché? Perché avevo cercato molte tute ignifughe dei vigili del fuoco, poi ho adattato il concetto per il costume di Johnny.

La mia idea era che, non avendo più la tecnologia per creare i costumi speciali dei Fantastici Quattro, una volta deteriorati non avrebbero potuto rimpiazzarli.
Ho cercato di adattare l’abbigliamento di ciascuno: per esempio, quello di Reed Richards è da avventuriero-scienziato, con tasche per strumenti e gadget, perché i Fantastici Quattro sono sempre legati all’esplorazione.

Con Johnny Storm, invece, c’era un problema: ogni volta che prende fuoco, brucia il costume. Allora ho pensato a The Fury, che è sempre in fiamme ma la tuta resiste.

Ho cercato riferimenti di tute reali, guardato video e documentazione per capire come funzionano e poi ho adattato tutto per creare un design unico.

È per questo che il costume è così com’è. Peccato per quello che accade nel fumetto… è una storia interessante sul viaggio originale di Johnny Storm in Dark Ages.

PCN – Con Fantastic Four di Ryan North hai contribuito a rinnovare la “prima famiglia” Marvel. Nei primi numeri, ogni albo si concentrava su un membro del gruppo, dandoti la possibilità di lavorare su ognuno dei F4 separatamente.
Con chi ti sei trovato più a tuo agio e con quale hai avuto più difficoltà?

Iban Coello: Quello con cui mi sono divertito di più è stato Reed Richards. Disegnarlo è stato un po’ come lavorare su Venom: potevo allungarlo, giocare con la texture elastica e viscosa, usare alcuni trucchi simili.

Mi sono divertito molto anche con Johnny Storm: volevano che fosse diverso, non la classica Torcia Umana in fiamme. Mi chiesero di farlo sembrare una persona realmente avvolta dal fuoco. Per questo il suo design è così scuro: quando Johnny brucia, è quasi una silhouette nera circondata dalle fiamme.
Ho guardato molte immagini e video, non di persone in fiamme, ovviamente! [risata n.d.r.] ma di oggetti, e ho notato che resta sempre una macchia nera al centro del fuoco. Così ho cercato un modo per rappresentarlo.

Il personaggio con cui mi sono trovato meno a mio agio, invece, è stata La Cosa, perché volevo disegnarlo in modo diverso, ma le indicazioni iniziali erano molto classiche, distanti dalla mia idea. Io volevo farlo più imponente, più moderno, con un corpo più massiccio.

Alla fine abbiamo trovato un compromesso, ma mi è costato un po’ adattarmi. Inoltre, l’inizio su Fantastic Four è coincisa con la gravidanza di mia moglie. È stato un periodo complicato: ho disegnato molte pagine dall’ospedale.
Tra quello e la nascita di mio figlio, è stato un momento difficile. Disegnavo quasi in modalità automatica, solo per finire in tempo e poter stare anche con la mia famiglia.

PCN – Domanda molto importante: quel Johnny Storm con i baffi è stata una tua idea o di Ryan North?

Iban Coello: In realtà è stata un’idea di Ryan. Nel copione era scritto che Johnny doveva avere i baffi, ma io avevo capito male che tipo di baffi intendesse! Ho disegnato quelli che si vedono nelle pagine e a Ryan sono piaciuti subito.
Non se lo aspettava, e nemmeno io. È stato un malinteso, ma ci è piaciuto e l’abbiamo lasciato così.

Gli improbabili baffi di Johnny Storm!

PCN – Di recente ho letto una storia dei Fantastici Quattro di Mark Waid e Mike Wieringo [Fantastic Four #511 ristampato su Marvel Masterseries – Fantastici Quattro di Mark Waid e Mike Wieringo #2 n.d.r.] in cui i personaggi incontrano Jack Kirby, e nel disegno che Kirby fa come regalo al quartetto, Johnny Storm ha i baffi.

Iban Coello: Non lo sapevo! Probabilmente Ryan ha voluto rendere omaggio a quell’epoca.

PCN –  Parliamo del tuo ultimo lavoro: Imperial. Una saga di fantascienza orchestrata dall’“architetto” dell’universo Marvel, Jonathan Hickman. Io la definisco il Game of Thrones spaziale della Marvel. Sei d’accordo con questa descrizione?

Iban Coello: Sì, totalmente. C’è un po’ di tutto: cospirazioni, segreti, tradimenti, personaggi che muoiono… sì, credo che fosse proprio quella l’idea. Anche se manca ancora l’ultimo numero.

PCN –  Negli Stati Uniti non è ancora uscito, giusto?

Iban Coello: No, credo che esca tra fine ottobre e inizio novembre. [Imperial #4 è uscito a novembre negli USA. Da noi il #1 numero italiano arriverà il 18 dicembre! n.d.r.]

PCN –  In Imperial condividi la parte grafica con Federico Vicentini. Com’è stato lavorare insieme a un altro artista sulla stessa sceneggiatura?

Iban Coello: Mi sono trovato davvero bene. Federico è un tipo fantastico, molto comunicativo. A volte ci scriviamo su WhatsApp per coordinarci. I nostri stili sono diversi, ma si completano perfettamente. È un artista incredibile e credo che il risultato finale sia molto equilibrato. È stata un’esperienza molto positiva.

PCN –  Sì, i vostri stili sono diversi ma si combinano perfettamente. È stato difficile creare o ridisegnare i nuovi personaggi e i costumi della saga?

Iban Coello: Sì, parecchio. C’è stato tantissimo lavoro di design. Io e Federico ci siamo divisi i personaggi, ciascuno si occupava di alcuni, poi ci coordinavamo per mantenere coerenza visiva. Anche l’editor ci ha aiutato molto a dare unità al tutto.
Ho cercato moltissimi riferimenti, anche da Planet Hulk, sia online che nei fumetti. È stato un processo lungo e impegnativo, oltre al normale lavoro di disegno.

Design dell’Hulk che vedremo in Imperial

PCN –  Alcuni personaggi, come Hulk, vivono situazioni molto diverse in Imperial rispetto alle loro serie principali. I lettori dovrebbero aspettarsi una spiegazione?

Iban Coello: Non posso dire molto, perché non sto leggendo la serie regolare di Hulk. Ho letto solo i primi numeri dell’arco di Phillip Kennedy Johnson.
So che dovevo disegnare Bruce Banner con i capelli lunghi, seguendo le references, ma non so esattamente quanto differisca. Non so se Jonathan e Phillip si siano coordinati o se abbiano seguito strade separate.

PCN –  Hai lavorato principalmente per Marvel, giusto?

Iban Coello: Sì, anche se ho lavorato anche per Dark Horse e DC: ho fatto alcuni numeri singoli. Ho partecipato a Superboy dei New 52, ho disegnato qualcosa su Injustice e Justice League. Non ricordo esattamente però… è passato parecchio tempo.

Superboy by Iban Coello

PCN –  Se tornassi a lavorare per DC, su quale personaggio ti piacerebbe lavorare? Non vale dire Batman, che lo dicono tutti gli artisti!

Iban Coello: [risata n.d.r.] No, no, Batman no. Ci ho provato, ma non ci troviamo. Non riesco a disegnarlo bene.
Penso che sceglierei Superman.

Per me, Superman è la cosa più vicina a Dragon Ball che potrei disegnare nel fumetto americano. In fondo, Goku è una versione di Superman. Le battaglie, i raggi, la gente che vola… è tutto molto “Superman”. Solo che lui ha un messaggio più positivo e meno violento. Quindi sì, direi Superman.

PCN – Ultima domanda. Visto che hai terminato Imperial, nei tuoi prossimi progetti, resterai nello spazio profondo dell’universo Marvel, tornerai a qualche serie “aracnide” o magari… ti unirai ai mutanti, visto che ho la sensazione che ti piacciano molto?

Iban Coello: [risata n.d.r.] Non posso ancora parlarne finché non verrà annunciato ufficialmente, ma posso assicurarti che mi divertirò moltissimo.

PCN – Perfetto. Speriamo di rivederti presto allora. Grazie mille per il tuo tempo, Iban!
Iban Coello: Grazie a te!


Iban Coello: biografia

Dopo aver esordito su Star Wars (Dark Horse) Iban Coello, ha disegnato Superboy, Batman Beyond e Justice League Beyond per DC Comics prima di firmare un contratto in esclusiva per la Marvel dove ha associato il suo nome a Venom disegnando la serie regolare del simbionte e gli eventi Venomverse e Venom War, senza dimenticare Dark Ages e il suo preziosissimo lavoro su Fantastic Four con Ryan North.
L’ultimo lavoro è la miniserie cosmica Imperial su testi di Jonathan Hickman, terminata negli U.S.A. ma in arrivo a breve in Italia grazie a Panini Comics.

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