La Mummia: l’horror romantico nel nuovo libro Universal Monsters
La Mummia è il nuovo volume della linea a fumetti horror, Universal Monsters che Saldapress sta portando in Italia. Siete pronti a tornare nell’Egitto degli anni ’30?
Da diverso tempo a questa parte Saldapress sta portando in Italia una collana che ogni amante dell’horror non si può far sfuggire.
Universal Monsters è la serie antologica di Skybound/Image che sta raccogliendo in volume storie autoconclusive realizzate da diversi team creativi composti da star dei comics internazionali, che reinterpretano in chiave fumettistica i miti del cinema d’orrore dei primi del ‘900.
Dopo Dracula, Frankenstein e il Mostro della Laguna è la volta de La Mummia di Faith Erin Hicks, autrice completa in quest’opera, assistita dal colorista Lee Loughridge.
La Hicks è un’autrice che ha vinto diversi premi personali nel mondo del fumetto, capace di unire emozione, introspezione e costruzione del personaggio con una regia visiva chiara e coinvolgente.
Questo conferma quanto Skybound e Universal ritengano prestigiosa questa collana a tal punto da affidare il compito di raccontare le ‘mostruose’ storie a nomi importanti del panorama fumettistico mondiale.
Il risultato è un volume che non solo rilegge un’icona storica del cinema, ma lo fa filtrandola con una sensibilità e un’attenzione rara alla dimensione umana dei suoi protagonisti.
Meno mainstream dei suoi predecessori, la scrittrice e disegnatrice, spiega nella postfazione l’attrazione per la cinematografia horror che la accompagna da una vita. Spaventata nel conoscere le storie, ma attratta da esse.
In particolare la Hicks è sempre stata amante dalle storie sui mostri, su creature spaventose che perseguitano gli umani, ma che nascondono, a modo loro, una storia e un punto di vista drammatico e malinconico. E anche La Mummia non si sottrae a questa ‘tradizione‘.
La Mummia: un amore che neanche la morte può fermare
Ecco direttamente dal sito Saldapressla sinossi de La Mummia:
Un’infanzia segnata da un incontro maledetto perseguita da sempre la giovane Helen Grosvenor. Così, quando misteriose voci la richiamano in un antico sito archeologico egiziano, Helen non sa di essere sul punto di diventare la chiave di un incubo millenario scritto nella sabbia del tempo. Nel cuore del deserto, tra rovine dimenticate e segreti sepolti, sta per risvegliarsi una creatura leggendaria conosciuta soltanto come la Mummia!
Prima di affrontare Brendan Fraser e Rachel Weisz, la Mummia Imhotep fu protagonista per la prima volta dell’iconico film del 1932 interpretato da Boris Karloff.
La Hicks riporta in auge nel suo libro il mito originale della Mummia, quello della pellicola degli anni ’30; meno azione, più suspence e horror in salsa classica, con una messa in scena che, visivamente, sembra tratta da un fotoromanzo.
Helen e Imhotep: personaggi legati da un destino funesto
Protagonista femminile è Helen, giovane ragazza di madre egiziana e padre inglese, che nel corso della sua vita scopre di essere legata allo spirito di una giovane donna morta moltissimi anni prima in Egitto.
Tutto viene mostrato a tempo debito, concentrandosi sulla crescita della giovane, sulle difficoltà di sentirsi ‘straniera in casa propria’ (mai abbastanza occidentale, mai abbastanza egiziana) e sulla fragilità iniziale della stessa che con il passare degli anni acquisisce determinazione, ma soprattutto consapevolezza di non essere l’unica all’interno del suo corpo.
E poi arriva la Mummia.
L’autrice si prende i suoi tempi nell’introdurre il ‘Mostro’. Una Mummia che gradualmente si rivela, benda dopo benda, e che svela il suo piano: riabbracciare l’amore perduto Ankh-Es-En-Amun, sacerdotessa di Iside e colei che ‘abita’ il corpo di Helen. Un sentimento spezzato dalla prematura morte di lei e che Imhotep cerca in tutti i modi di riportare indietro, ma che segnerà la sua condanna eterna.
Perché tutta la trama ruota intorno all’amore, alla perdita e all’ossessiva ricerca di colmare quella sofferenza che dura da millenni: questo è Imhotep, la mostruosa Mummia che ci viene raccontata dalla Hicks e che, forse, di mostruoso ha principalmente l’aspetto.
Questo libro de La Mummia è un fumetto dell’orrore, ma un horror romantico. La trama si concentra su meno momenti di puro terrore e molto di più sul riportare il mito della Mummia a una dimensione emotiva e tragica, anziché limitarlo al semplice spavento o all’avventura esotica. E forse, nella sua semplicità classica, questo è il segreto che ruota intorno a questo libro e che lo rende affascinante nonostante un ritmo narrativo lento, che potrebbe procurare al lettore dei volumi precedenti qualche sbadiglio.
Un’arte che trasporta negli anni ’30 emozionando il lettore
Il tratto di Faith Erin Hicks è asciutto, pulito, molto leggibile. È una scelta lontana dall’iperrealismo o dal grottesco tipico dell’horror moderno, ma proprio per questo risulta efficace, personale e perfettamente in linea con le atmosfere de La Mummia.
L’Egitto degli anni ’30 rappresentato da Hicks è vivo e credibile. I colori (caldi, terrosi, con una distribuzione molto attenta delle ombre) amplificano l’atmosfera: l’oro del sole e della sabbia si alterna ai blu profondi delle notti del deserto, creando un contrasto cromatico fortemente evocativo.
La Mummia stessa è resa in modo rispettoso del mito senza spettacolarizzazione. Non è un mostro muscolare e urlante: è una figura tragica, avvolta nel mistero, quasi sempre immersa nella penombra. La sua presenza è inquietante non per l’aspetto, ma per ciò che rappresenta.
Perché leggere La Mummia?
Esattamente come il film del ’32, La Mummia di Hicks non punta sul terrore immediato: preferisce creare tensione con sguardi, pause, dettagli, silenzi, e soprattutto con il senso di ineluttabilità che avvolge ogni tavola. La tragedia permea la storia, ma sempre con eleganza e misura.
L’autrice riesce inoltre a rimanere fedele allo spirito del classico senza cadere nella nostalgia sterile: rilegge dinamiche e personaggi con occhi moderni, lasciando spazio a temi come razza, genere, libertà personale.
La Mummia di Faith Erin Hicks è una reinterpretazione elegante e consapevole; è un horror raffinato, più tragico che spaventoso, costruito con sensibilità moderna e grande attenzione ai personaggi, che pecca, probabilmente, solamente per ritmi narrativi (volutamente) lenti.
Un volume consigliatissimo per chi ama le rivisitazioni intelligenti dei miti classici.