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Werther Dell’Edera, l’incredibile artista dietro Something is Killing the Children

Werther Dell’Edera, artista di fama internazionale e co-creatore di Something is Killing the Children, ci ha concesso un po’ del suo tempo al San Diego Comic-Con Malaga per raccontarci alcuni momenti della sua carriera e com’è nata SIKTC. Ma non solo…

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Ci sono storie, che nonostante la loro semplicità, riescono a entrare nel cuore di molti lettori. Something Is Killing the Children è una di queste.

Il merito del successo di una delle serie di punta di Boom! Studios, lo si deve principalmente ai suoi autori: James Tynion IV e Werther Dell’Edera. Perché una storia per essere ‘bella’ deve saper essere raccontata da chi la scrive e, nel caso di un fumetto, anche da chi la disegna.

Come un abile sarto, Werther Dell’Edera è riuscito, in maniera magistrale, a creare visivamente l’oscuro e drammatico mondo di SIKTC e i suoi personaggi. Seguendo le linee guida di un maestro della sceneggiatura come Tynion IV, che quando si tratta di horror tira fuori il meglio di sé, Something Is Killing the Children è diventata una delle testate di comics più apprezzate degli ultimi anni. E questo lo si deve anche all’apporto artistico e alle idee che Werther ha portato sul tavolo e che hanno aperto un mondo nella testa di Tynion IV.

Quello che era stato pensato inizialmente come un progetto di pochi numeri, nel 2026 arriverà al n. 50 e, prossimamente, diventerà una serie animata per adulti e un film live action. Senza dimenticare il crossover con il personaggio DC Comics, Swamp Thing, annunciato al NY Comic-Con 2025.

Noi di PopCornerd abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchere con Werther, scavando nel suo  passato e tornando alle origini della sua carriera, per poi arrivare a parlare proprio di SIKTC e il processo creativo che ha portato Erica e tutto il suo mondo a essere tanto amati da un pubblico sempre più vasto di lettori.

Senza l’arte di Werther, siamo sicuri che Something Is Killing the Children non sarebbe arrivato dov’è.

Capite, quindi, l’emozione di poter avere tra i primi ospiti (in realtà il primo, come emerge dall’intervista stessa, quando è stata registrata) su PopCorNerd un artista talentuoso come Werther. Un autore che si reputa ‘minimale’ nei dettagli e che va ‘dritto al punto’ e, forse, questo è uno dei segreti della sua arte impattante e spettacolare.

Ma lasciamo la parola a Werther Dell’Edera. Buona lettura.

Werther Dell’Edera si racconta: dagli esordi al successo di SIKTC

PCN Amici di PopCorNerd, siamo qua in compagnia di un grandissimo ospite, direttamente dal San Diego Comic-Con di Málaga. Grazie a Werther Dell’Edera per essere qui con noi!

Werther Dell’Edera: Ciao a tutti!

PCN Prima di tutto ti devo dire una cosa: noi siamo una pagina giovane, e tu sei il nostro primo ospite*. Avere come primo ospite Werther Dell’Edera vuol dire partire davvero molto, molto bene.

Werther Dell’Edera: Grazie! Sono veramente contento di essere il primo ospite della vostra pagina.

*[L’intervista è stata realizzata durante il SDCC Malaga, e quindi alla fine di settembre 2025 n.d.r.]

PCN Prima di parlare del tuo grande successo, Something Is Killing the Children, che porti avanti da anni insieme a James Tynion IV, vorrei soffermarmi su due personaggi a cui sono molto legato e che risalgono ai tuoi primi anni di carriera: John Doe e Detective Dante. Hai mantenuto un certo tipo di affezione verso questi personaggi? Che tipo di esperienza è stata lavorare su di loro?

Werther Dell’Edera: Beh sì, indubbiamente l’affezione è rimasta. Io ho iniziato su Detective Dante con Lorenzo Bartoli e subito dopo ho collaborato anche con Roberto Recchioni. Entrambi sono i due creatori di Detective Dante e John Doe per l’Eura Editore.

Immagine tratta da Detective Dante, disegnata da Werther Dell’Edera

È stato divertente, perché quando mi ero proposto all’Eura, o meglio a Roberto, durante un Napoli Comicon, avevo appena pubblicato Road’s End con i ragazzi di Innocent Victim per Magic Press.

L’avevo mostrato a Roberto e lui mi disse: “Sì, interessante, ma secondo me non sei ancora pronto.” Loro stavano partendo in pompa magna con John Doe e mi lasciò a Lorenzo, dicendo “Mi piace, lavoriamo su qualcosa con lui.” Così iniziai con Lorenzo e insieme a lui feci diverse storie brevi per Lanciostory e Skorpio. Dopo un po’ di tempo Lorenzo mi propose di fare Detective Dante, e da lì poi anche Roberto si convinse a farmi fare il salto, portandomi su John Doe. È stato un pezzo importante della mia storia lavorativa.

PCN Tra l’altro, John Doe lo reputo uno dei migliori fumetti italiani degli ultimi trent’anni: cicli narrativi bellissimi, con disegnatori che poi hanno fatto grandi carriere.

Werther Dell’Edera: Sì, una buona parte dei disegnatori di John Doe hanno fatto il grande salto dall’Eura e sono poi andati a lavorare in America, soprattutto per DC o Marvel.

PCN Parliamo adesso di Something Is Killing the Children. È un progetto che porti avanti da anni con James Tynion IV, molto apprezzato dai fan e dalla critica, e con cui avete vinto anche un Eisner Award nel 2022. È vero che inizialmente doveva essere un progetto molto più corto rispetto a quello che è poi diventato? Oppure era già proiettato verso una storia molto più ad ampio raggio?

Werther Dell’Edera: Quando mi hanno contattato dalla Boom! Studios, doveva essere una miniserie di sei numeri, strutturata in modo completamente diverso.

L’idea originale di James era fare sei storie autoconclusive, ognuna ambientata in un luogo diverso, con la protagonista, Erica, che appariva, risolveva la situazione e spariva.

Lei doveva essere uno di quei personaggi che viaggiano per gli Stati Uniti con uno zaino in spalla e vanno in giro a risolvere problemi; un po’ come Buffy o Jack Reacher.

Quando ho iniziato a studiare Erica, lei era già la protagonista, anzi: Erica era l’unico personaggio. Ma devo dire che è venuta fuori abbastanza facilmente e velocemente, quando poi è successa una cosa che ha cambiato tutto.

Siccome lei è una cacciatrice di mostri che va in giro per gli Stati Uniti cercando di mantenere un basso profilo, ho immaginato che volesse nascondere la sua identità quando caccia e, quindi, ho pensato di metterle una bandana.

Volevo darle qualcosa che avesse un senso anche un po’ supereroistico e che però fosse facile da portare e identificabile.

Pensando al personaggio, a quel qualcosa facile da portare, che alle brutte prendi e metti nello zaino, che non deve essere molto molto grossa, mi è venuta in mente una bandana e l’idea, da amante dei western, mi piaceva.

Mentre stavo disegnando una scena di combattimento in cui c’era Erica, ho pensato di aggiungere questi denti sulla bandana perché mi divertiva il pensiero di avere questa ragazza dal fisico molto asciutto che combatte contro dei mostri più grossi di lei facendo acrobazie pazzesche.

Ho pensato che fosse come se con questa maschera con disegnati sopra i denti da mostro, volesse spaventare a sua volta i mostri.

Quando ho mostrato a James gli studi del personaggio con la maschera e gli ho spiegato il concetto dietro, gli si è aperto un mondo e da lì il progetto è cresciuto in maniera esponenziale, già in fase di lavorazione. James è partito con la scrittura del primo numero e racconta che a metà della sceneggiatura del primo albo, aveva già capito che sei numeri non sarebbero bastati.

Così siamo passati a dieci numeri e poi da dieci a quindici, e al nono numero divenne una serie regolare.

PCN Il tuo stile è molto cambiato rispetto agli inizi: lo definirei cinematografico, anche per le inquadrature e la gestione della “telecamera”. Ed è diventato anche proprio un marchio di fabbrica ormai di Something Is Killing the Children. È stato un adattamento alle sceneggiature di Tynion o un’evoluzione naturale?

Werther Dell’Edera: È stata una necessità mia. Quando Eric Harburn, l’editor di SIKTC, mi ha contattato, aveva visto il mio lavoro su Il Corvo: Memento Mori, la serie che avevo fatto con Roberto Recchioni per IDW e Edizioni BD e gli era piaciuto molto.

Ma il lavoro che avevo fatto sul Corvo era ancora legato al mio stile classico: tanti neri e molto pennello. Quando ho iniziato a lavorare sul personaggio di Erica avevo già in mente di cambiare il mio stile perché era una cosa che avevo necessità di fare, che volevo fare da un sacco di tempo e così è stato.

La cosa “divertente” è che Eric mi aveva contattato perché aveva visto un certo tipo di stile che gli piaceva e io al primo numero gli ho dato un cosa completamente diversa [ride n.d.r.]. Però ha funzionato.

La mia idea era quella di andare a togliere, il nero. Nel frattempo avevo iniziato ad avvicinarmi alla pittura e questa cosa ha spostato di molto la mia concezione di inchiostrazione.

Da quel momento in poi ho deciso la mia strada, lo stile si è spostato completamente in questa direzione nuova che continuo a portare avanti ancora oggi. Adesso ogni tanto ci ributto dentro un po’ di neri qua e là, però alla fine li uso in maniera del tutto “punk“, nel senso che non mi importa e non penso alla coerenza stilistica. Se mi piace, ci sta e lo
faccio.

PCN – Prima dell’intervista, stavi dicendo che questo stile lo hai riportato anche su Green Lantern: Dark, il progetto DC su cui stai lavorando ora.

Werther Dell’Edera: Sì, lì ho cercato di mixare ulteriormente le cose per divertirmi. Perché divertirsi è la cosa principale per un artista. Quando lavoro mi devo divertire, altrimenti faccio davvero fatica.

PCN – A proposito di divertimento, che sfida e stimolo è stato per te creare un universo narrativo come quello di Something Is Killing the Children, a livello grafico e visivo, rispetto a un progetto per una major?

Werther Dell’Edera: All’inizio è stato uno ‘stimolo’ di totale paura, perché non mi ritengo un bravo character designer. I miei design sono minimali: vado sempre dritto al punto, senza fronzoli. Non mi piace girarci intorno alle cose, quindi sono abbastanza diretto e questa cosa si rispecchia anche nel mio disegno.

Ogni volta vedo design di altri artisti che sono pazzeschi, bellissimi, ricchissimi e penso “mi piacerebbe fare questa roba“. Poi però si materializza l’immagine di me che devo mantenere coerentemente pagina dopo pagina il design e inizio a sudare freddo. Quindi ecco l’idea di dover creare un character, mi mette sempre molto in agitazione.

Anche perché, in realtà, il grosso del lavoro di strutturazione del personaggio riesco a farlo sulla pagina quando ho anche una sceneggiatura sulla quale basarmi.

Se noti, dallo studio iniziale, un personaggio si evolve, soprattutto se è un personaggio ricorrente, piano piano a livello grafico dentro la storia.

PCN – Infatti, la stessa Erica è molto diversa nei numeri più recenti rispetto ai primi.

Werther Dell’Edera: Sì, più ci lavoro e più diventa “mia”. È una cosa naturale.

PCN – Prima hai detto di avere uno stile diretto, fatto di figure dal design minimale. Una cosa che a me ha sempre impressionato, sono le copertine di Something Is Killing the Children. Sin dalla prima cover, la cosa che mi ha subito attirato è la tua capacità nello spiegare esattamente quello che accade nella storia con una sola immagine. Facciamo l’esempio della cover del n. 1: Erica voltata verso questo bosco con tutti questi occhi che la fissano. E’ un qualcosa che attira il lettore e colpisce subito. La realizzazione delle cover, è frutto di uno studio molto approfondito o ti viene naturale?

Werther Dell’Edera: No, c’è tanto lavoro, con l’editor in primo luogo. Ne parliamo tantissimo e, anzi, molte volte le idee vengono direttamente da lui con direzioni ben precise. Comunque è un lavoro in team, a volte seguo le sue idee, altre volte sviluppo le mie. C’è tantissimo lavoro sulle copertine, perché anche in quel caso, non sono una qualcosa che mi viene facile.

Non mi reputo propriamente un illustratore, non ho neanche un’impostazione da grafico e quindi le mie copertine sono sempre un ibrido strano. Sono sempre un po’ narrative, ogni tanto tentano di essere grafiche, però insomma… sono un po’ un ibrido, che a volte funzionano e a volte no.

La storica cover di SIKTC #1

PCN – A livello di scrittura, Tinion IV ti ha coinvolto, nella prosecuzione del progetto, in alcune scelte narrative oppure ti ha lasciato sempre solo il compito di gestire l’aspetto grafico?

Werther Dell’Edera: James è l’architetto assoluto della storia: sa sempre dove sta andando. Ogni tanto ci confrontiamo su alcuni dettagli di ambientazione o altro. Per esempio per il secondo arco narrativo nel presente di Erica, l’ambientazione l’ho scelta io.

Il primo si svolgeva in una cittadina del nord ovest. Mentre per il secondo ho chiesto il Texas, da bravo patito di Western. Quindi abbiamo chiacchierato un po’ di questa cosa e  lui ha fatto tutto il secondo arco narrativo in questa cittadina immaginaria del sud degli Stati Uniti.

Oppure, ho chiesto a James di raccontare una storia sul perché Erica non usi le armi da fuoco.

PCN – Dalla serie madre si sono sviluppate diverse miniserie che vanno molto ad approfondire l’universo, anzi quello che è stato ribattezzato lo ‘Slaughterverse’. Sono previsti ulteriori spin-off che non parlino solo degli altri cacciatori delle varie ‘casate’ o vi concentrerete su quell’argomento per adesso?

Werther Dell’Edera: Sì, ci saranno altri spin-off perché sono utili, belli da fare nei vari formati, e ci aiutano ad ampliare ancora di più il mondo e il discorso sull’universo di Something Is Killing the Children, che sta diventando veramente complesso, ed è figo. Molto bello.

PCN – Tu hai la supervisione sulla parte artistica di questi volumi in alcuni casi?

Werther dell’Edera: Sì, sì, in linea di massima, sì. Io faccio sempre il character design di tutti i personaggi che appaiono in House of Slaughter o negli altri spin-off. Li ho creati io. In più lavoro sulle copertine.

Diciamo, non ho una supervisione artistica… ma scegliamo insieme con l’editor il disegnatore, che poi ha piena libertà espressiva.

PCN – E’ notizia di qualche mese fa, forse proprio al Comic-Con di San Diego, visto che siamo in tema, James Tynion IV ha dichiarato che la serie proseguirà almeno fino al numero 100, che è veramente un grande traguardo per un progetto creator-owned. Tanto di cappello a te e a lui per aver programmato questo tipo di obiettivo che raggiungerete. Avete già pianificato cosa accadrà fino ad allora e soprattutto in quel numero? Ci aspettiamo grandi cose. Insomma, dal numero 100… ci aspettiamo qualcosa di veramente importante!

Werther Dell’Edera: Guarda, parlando di traguardi, l’anno scorso abbiamo fatto cinque anni di lavorazione insieme su SIKTC. L’anno prossimo raggiungiamo il numero 50.

Ovviamente per quanto riguarda le storie non ti posso dire assolutamente niente, però sarà un numero importante, speciale, con una fogliazione extra. Sarà figo, sarà fighissimo.

PCN – E questo è quello che interessa: che sarà figo.

Werther Dell’Edera: Sì, decisamente. Inoltre entro l’anno prossimo ci saranno un’altra serie di annunci e di lavori nuovi riguardanti Something e sarà veramente emozionante da seguire [al NYCC 2025 è stato annunciato, per esempio, Swamp Thing/Something is Killing the Children n.d.r.].

Io non vedo l’ora, sono super eccitato. Sulla scorta di questo ti posso dire che evidentemente poi quando arriveremo al numero 100 saranno altri grandi festeggiamenti.

PCN -Visto che stai lavorando per DC su Green Lantern: Dark, c’è la possibilità di vederti su altri fumetti delle major? Se non puoi fare spoiler, non puoi fare anticipazioni, ci puoi dire anche solo un sì o un no.

Werther Dell’Edera: Sì.

PCN Perfetto, ci basta questo! Werther, grazie enormemente per il tuo tempo, è stata una chiacchierata davvero interessante. Attendiamo con ansia il numero 50 di Something Is Killing the Children e quindi la continuazione di questa epopea, che non vediamo l’ora di capire come andrà a finire, ma che speriamo duri ancora parecchi anni.

Werther Dell’Edera: Grazie a voi, davvero!


Werther Dell’Edera: biografia

Dopo il diploma al liceo classico si trasferisce a Roma dove frequenta la Scuola Romana dei Fumetti. Esordì come disegnatore nel 2003 realizzando la miniserie Road’s End, edita dalla Magic Press, alla quale seguirono le collaborazioni con la Eura Editoriale alle serie regolari Detective Dante e John Doe. Inizia poi a collaborare anche con editori statunitensi per i quali realizza inizialmente la serie western Loveless scritta da Brian Azzarello e pubblicata dalla Vertigo; seguono, sempre della Vertigo, collaborazioni alle serie House of Mystery, Greek Street e quelle del personaggio di John Constantine; lavora anche con la Marvel Comics per la quale ha collaborato a varie serie oltre a realizzare graphic novel come Spider-Man: Family Business. In Italia avvia una collaborazione con la Sergio Bonelli Editore alle serie Orfani e Dylan Dog e alla collana Le storie. Su testi di Tiziano Sclavi realizza nel 2019 il romanzo a fumetti Le voci dell’acqua edito in Italia da Feltrinelli. Dal 2019 è co-creatore insieme a James Tynion IV della serie Something Is Killing the Children, per la casa editrice Boom! Studios, in Italia pubblicata da BD Edizioni, questa serie vince nel 2022 il premio Eisner come miglior storia a puntate.

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