Ariel Olivetti, l’artista che ha messo la sua pittura al servizio dei comics
Ai microfoni di PopCorNerd, Ariel Olivetti, artista argentino che con la sua arte pittorica ha definito un modo ‘nuovo’ di disegnare i comics. Il disegnatore, ospite di Lucca Comics & Games 2025, ha raccontato lo ‘stile alla Olivetti’ e molto altro
Oggi sono diversi gli artisti che utilizzano uno stile pittorico all’interno del fumetto americano supereroistico. In Italia, tra i maggiori esponenti, abbiamo Gabriele Dell’Otto, Simone Bianchi, Davide Paratore, senza dimenticare i grandi maestri internazionali, ovvero i primi ‘pionieri’ e sperimentatori di tale arte che hanno lasciato il segno all’interno dell’industria dei comics: Bill Sienkiewicz, Dave McKean, George Pratt, Kent Williams, Jon J. Muth.
Ma c’è un artista argentino, nato a Buenos Aires, che ha costruito uno stile personale e riconoscibile proprio grazie alla pittura: Ariel Olivetti.
Con personaggi da ‘corpi alla Olivetti’ scultorei e ipertrofici, ma che mantengono una propria identità e proporzione nel contesto, Olivetti ha disegnato gran parte dei supereroi di Marvel e DC nel corso della sua carriera.
L’artista sudamericano era tra gli ospiti di Lucca Comics & Games 2025, e ha concesso a noi di PopCorNerd, tra una commission e l’altra, alcuni minuti del suo tempo per un’intervista sul suo lavoro, rivelandoci alcuni dettagli su come ha ridefinito alcuni personaggi chiave, come Cable e Punisher per la Casa delle Idee. Buona lettura!
Ariel Olivetti si racconta: i segreti dietro l’arte pittorica che ha definito uno stile
PCN: Ciao Ariel e benvenuto su PopCorNerd. Grazie di essere in nostra compagnia!
Ariel Olivetti: Grazie a voi!
PCN:Ti trovi al Lucca Comics, l’evento fumettistico più importante d’Italia, con tantissimi artisti che probabilmente si sono ispirati al tuo stile; un modo di fare fumetto che fu una novità quando hai iniziato e che oggi è molto diffuso anche nei fumetti. Cosa ne pensi?
Ariel Olivetti: In realtà mi sorprende. Non sapevo che così tante persone fossero state influenzate dal mio stile. Io cerco solo di fare quello che più mi diverte, che mi rende felice e che mi viene più naturale. Ma sì, sapere che molti si siano ispirati a me per diventare artisti è un piacere enorme.
PCN: Paradossalmente il tuo esordio in Marvel è coinciso con un What If…!? sull’ultima storia degli Avengers (The Last Avengers Story). Quale è stato il tuo impatto con la Casa delle Idee e con questa storia scritta dal compianto Peter David?
Ariel Olivetti: È stato stranissimo, perché entrai dalla porta principale ‘iper grande’ (non quella grande… proprio quella iper grande). Avevo solo 24 anni, e mi affidarono non uno, ma due albi Marvel, con tutti i personaggi degli Avengers, scritta da Peter David, che all’epoca era una vera star.
Era tutto dipinto a olio, le tavole erano originali… quindi una grande responsabilità. Credo che l’unico modo per affrontarla sia stato con la spensieratezza che si ha da giovani. Forse oggi, se mi dessero un progetto simile, sarei un po’ più spaventato.
Cover di The Last Avengers Story #1 di Ariel Olivetti
PCN: Hai lavorato sia per Marvel che per DC, disegnando eroi iconici come Superman, Batman, Green Lantern, Venom, Hulk e tanti altri. C’è differenza nel lavorare per le due case editrici?
Ariel Olivetti: No, la differenza la fanno gli editor. Ci sono editor molto bravi e altri meno, ma molto dinamici. Alcuni lavorano in DC e l’anno dopo sono in Marvel, e viceversa. Alla fine, finisci per seguire i buoni editor più che la casa editrice.
PCN: Personalmente ho amato due tue run in particolare: Cable durante Messiah War e Punisher War Journal, nel periodo di Civil War e successivo. Sono stati tra i lavori più lunghi e impegnativi della tua carriera, con molte pagine consecutive?
Ariel Olivetti: Sì, assolutamente. E sono anche quelli in cui mi sono sentito più a mio agio, perché mi diedero molta libertà nel ridisegnare i personaggi.
Nel caso di Punisher, mi chiesero di trasformarlo, di dargli un “corpo alla Olivetti”, perché doveva affrontare personaggi con superpoteri come Capitan America, quindi doveva sembrare più imponente.
E per Cable fu simile: ridisegnai il personaggio ispirandomi a mio nonno, per il viso e la fisicità. Mi permisi anche qualche piccolo tocco fuori sceneggiatura, più divertente. Fu bellissimo lavorarci.
PCN: Parlando di design: ti sei divertito a creare il costume di Captain Castle?
Ariel Olivetti: Sì, certo! È una fusione tra Capitan America e un mio personaggio argentino, El Cazador. Ho preso alcuni elementi del costume de El Cazador e li ho combinati con quelli del Capitano.
PCN: The Last Avenger Story, Venom: Dark Origin, Cable, Batman: Legends of the Dark Knight, Green Lantern… hai lavorato su tantissime icone. C’è un personaggio che senti più “tuo”?
Ariel Olivetti: Come ti dicevo, Punisher e Cable li ho completamente ridisegnati.
Ma un personaggio a cui sono molto legato è Space Ghost. Insieme a Joe Kelly abbiamo reinventato le origini del personaggio. È stato un progetto bellissimo, con cui siamo riusciti a riportarlo alla luce.
Space Ghost secondo Ariel Olivetti
PCN: In Thanos: Zero Sanctuary il tuo stile appare diverso, meno pittorico. Come mai questa scelta?
Ariel Olivetti: Perché in Thanos mi chiesero solo matita e chine; il colore lo realizzò un’altra persona. Quindi dovetti lavorare con un approccio e uno stile diverso. Mi piace molto inchiostrare, ma ovviamente il risultato visivo cambia.
PCN: Hai adottato presto il digitale, ma senza perdere il calore del tratto tradizionale. Come riesci a mantenere questo equilibrio?
Ariel Olivetti: Semplicemente facendo le stesse cose che faccio su carta, ma con la tavoletta grafica. Lavoro il colore nello stesso modo in cui lo farei con acrilico o olio. Uso le pennellate nello stesso modo, solo che ora dipingo su vetro.
PCN: Negli ultimi anni ti sei dedicato anche a copertine e illustrazioni. Ti manca il racconto sequenziale, o preferisci oggi la libertà di un’unica immagine?
Ariel Olivetti: Bella domanda. Dipende dai giorni.
Ci sono giorni in cui amo raccontare una storia attraverso una tavola, e altri in cui mi stanca ripetere lo stesso personaggio.
Io sono nato come illustratore, e l’illustrazione mi affascina; è dove mi sento più a mio agio.
Ma il fumetto, la narrazione sequenziale, ti restituisce sensazioni che l’illustrazione non può darti. Quindi alterno: a volte voglio raccontare, a volte solo disegnare.
Commission di Ariel Olivetti
PCN: C’è qualche disegnatore italiano contemporaneo che consideri il tuo erede o vicino al tuo stile?
Ariel Olivetti: Non so se qualcuno gli somigli davvero, ma mi piacciono molto i miei contemporanei: Gabriele Dell’Otto, Simone Bianchi… sono amici e condividono una visione artistica simile alla mia. E poi adoro i grandi maestri italiani del passato in particolare Hugo Pratt
PCN: E Milo Manara?
Ariel Olivetti: Sì, Milo Manara mi piace tantissimo, mi riporta alla mia adolescenza. Ho tutta la sua bibliografia. Ma Hugo Pratt mi porta altrove. Con Manara capisco come è costruito il disegno; con Pratt no. Non capisco come riuscisse a semplificare tanto e a dire così tanto. Aveva un potere di sintesi incredibile e poetico.
PCN: Hai nuovi progetti in arrivo?
Ariel Olivetti: Sì, sto lavorando a un libro che probabilmente si chiamerà Necronomicom (anche se non so se sarà il titolo definitivo), per una casa editrice indipendente statunitense.
Sto per firmare un nuovo contratto con loro. Saranno volumi grandi, circa 150 pagine, tutti dipinti, nello stile di Cable, qualcosa di simile.
PCN: Grazie mille, Ariel.
Ariel Olivetti: Grazie moltissimo a te! Ciao.
Ariel Olivetti: biografia
Ariel Olivetti è uno dei più rinomati disegnatori argentini nel panorama internazionale del fumetto. Laureato in Disegno Grafico all’Università di Buenos Aires, ha iniziato la sua carriera sulla leggendaria rivista Fierro, per poi co-creare l’iconico personaggio El Cazador de Aventuras, un cult del fumetto adulto argentino.
Dal 1994 lavora per il mercato statunitense, collaborando con le principali case editrici come Marvel Comics, DC Comics, Vertigo, Boom Studios e Dark Horse. Tra i suoi titoli più noti si trovano Daredevil, Punisher: War Journal, X-Men, Lanterna Verde, Batman e la miniserie Fantasma dello Spazio.
Con uno stile inconfondibile e una padronanza tecnica che spazia dal digitale agli acrilici e oli, Olivetti ha lasciato un’impronta unica nel fumetto mondiale. Il suo ultimo lavoro, The Writer, è stato pubblicato da Dark Horse nel 2025.