Phillip Kennedy Johnson, scrittore statunitense noto per il suo lavoro in casa DC Comics, Marvel e Image Comics, è stato ospite del MCM Comic Con di Ottobre 2025, all’interno del roster di artisti e autori rappresentati da Scotts Collectables. Noi di PopCorNerd abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con lui.
Rossano D’Angelo: Ciao Phillip, grazie mille per aver trovato un momento per parlare con me, lo apprezzo davvero.
Phillip Kennedy Johnson: «Ciao, ma certo, con piacere.»
Rossano D’Angelo: La mia prima domanda riguarda il tuo background nella musica e nell’esercito – non sapevo fossi Sergente Maggiore dell’Esercito degli Stati Uniti. In che modo il tuo senso di disciplina e il senso del ritmo influenzano la tua scrittura nei fumetti? Ti capita di pensare al ritmo o alle pause visive come farebbe un musicista?
Phillip Kennedy Johnson: «Sì, la mia esperienza musicale influenza molto il mio senso del ritmo – sia nei dialoghi che a livello visivo. Nella musica, il tempo e il ritmo si percepiscono a un livello molto micro, tutto ruota intorno al battito interno e alla precisione temporale. Nei fumetti è simile: puoi influenzare il ritmo con cui il lettore “ascolta” i dialoghi in base a quante balloon metti in ogni vignetta.»
Rossano D’Angelo: E questo influisce anche su come la storia viene percepita lettore, probabilmente.
Phillip Kennedy Johnson: «Esatto. Se vuoi che una conversazione sembri frenetica e veloce, puoi far sovrapporre le balloon. Se invece vuoi che una battuta resti impressa, basta una sola balloon per vignetta. Ma l’aspetto più importante del ritmo nei fumetti è il giro di pagina. Alla fine di ogni pagina dispari deve esserci una sorta di cliffhanger o battuta d’apertura che spinga il lettore a voltare pagina. Non deve mai esserci un punto in cui si fermi: devi spingerlo sempre avanti.»
Rossano D’Angelo: Quando scrivi personaggi iconici come Superman o Hulk, ti è mai capitato di ripensare radicalmente un elemento della loro mitologia perché non si adattava più al mondo di oggi? E dove tracci la linea tra rispetto della tradizione e innovazione?
Phillip Kennedy Johnson: «Credo sia importante considerare il contesto in cui inizi la tua run. Quando sono arrivato su Superman e Action Comics, Brian Michael Bendis stava raccontando storie molto umane e quotidiane, centrate sul Daily Planet e i personaggi di contorno. Quindi, in quel contesto, mi sembrava giusto rimettere il “super” in Superman, mandarlo nello spazio in un’epica alla John Carter of Mars o Spartacus nello spazio. Volevo mostrare cosa significasse Superman non solo per Metropolis o la Terra, ma per l’intero l’universo.
Per Hulk è stato diverso. Immortal Hulk era appena finito ed era amatissimo; poi Donny Cates e Ryan Ottley avevano fatto qualcosa di completamente diverso con Starship Hulk. Sentivo che il pubblico aveva di nuovo voglia di horror. Dovevo capire come evocare ciò che Al Ewing aveva fatto, ma in modo diverso, con un tono nuovo. Il contesto è tutto.»
Cover de L’Incredibile Hulk #1 di Phillip Kennedy Johnson
Rossano D’Angelo: Collegandomi a questo, porti spesso elementi di horror, folklore e mitologia nelle tue storie. C’è una mitologia personale o una leggenda che ti piacerebbe esplorare un giorno e che non hai ancora affrontato?
Phillip Kennedy Johnson: «Mi piacerebbe andare a fondo nella mitologia nordica, in modo più oscuro. E sono anche affascinato dai “capitoli mancanti” della mitologia inglese, un po’ come fece Tolkien cercando di ricostruirne una da zero.
Ho potuto esplorare qualcosa di simile con The Fellspyre Chronicles¹ per DC Black Label – lì ho creato un mio folklore originale, ed è stato fantastico. Le storie fantasy con cui sono cresciuto, come quelle di C.S. Lewis o Tolkien, descrivono mondi “puliti”, dove non esistono religioni in conflitto o incertezza. In Fellspar invece è tutto più “sporco”: culture diverse credono in cose diverse, e pur riferendosi agli stessi dèi, li rappresentano in modi opposti. Mi piacerebbe tornare a quel mondo.»
Il prossimo lavoro di Kennedy sul Gigante di Giada: Infernal Hulk!
Rossano D’Angelo: Quando lavori con gli artisti – per esempio ho adorato il tuo lavoro con Nic Klein su The Incredible Hulk – come collabori con loro? Preferisci sceneggiature molto dettagliate o lasci più libertà all’artista?
Phillip Kennedy Johnson: «Dipende dall’artista. In generale, scrivo sceneggiature dettagliate ma chiarisco sempre che possono cambiare ciò che vogliono. Non voglio che la sceneggiatura sembri una lista di comandi: racconto una storia perché anche loro possano raccontarla.
A volte scrivo script molto dettagliati per Nic, e lui ne prende solo ciò che gli serve, aggiungendo le sue idee. È come suonare musica insieme. Ogni storia è diversa.»
Le incredibili matite di Nic Klein
Rossano D’Angelo: Guardando al futuro, hai progetti creator-owned fuori dai grandi editori? E che genere vorresti esplorare?
Phillip Kennedy Johnson: «Sì! Ho un progetto creator-owned in arrivo, spero l’anno prossimo. È una storia fantasy moderna con elementi storici – si svolge nei giorni nostri, ma con flashback alla Seconda Guerra Mondiale. Un po’ nello stile di Mignola. Ne sono molto orgoglioso.»
Rossano D’Angelo: Mi hai già incuriosito.
Phillip Kennedy Johnson: (ride) «Grazie! Voglio anche tornare al mondo di The Fellspyre Chronicles con Riccardo [Federici n.d.r.], appena possibile.»
Rossano D’Angelo: Ultima domanda: visto che la musica è una parte così importante della tua vita, devo chiedertelo – quali sono i tuoi tre musicisti o band preferiti e i tre fumetti che ami di più?
Phillip Kennedy Johnson: «Allora, i musicisti: Charles Mingus, bassista e compositore jazz – la sua musica vive ancora oggi con la Mingus Big Band. Cannonball Adderley, il mio improvvisatore jazz preferito di sempre. Igor Stravinsky, come compositore – lo ascolto continuamente.
Per quanto riguarda i fumetti: Hellboy di Mike Mignola. Daytripper di Fábio Moon e Gabriel Bá. My Favorite Thing Is Monsters di Emil Ferris – è incredibile. Tutto il volume sembra disegnato in un quaderno a righe con una penna a sfera, senza pannelli o layout tradizionali. È un’opera d’arte fuori dal comune.»
Rossano D’Angelo: Grazie mille per questa fantastica chiacchierata, Phillip. A presto!
Phillip Kennedy Johnson: «Piacere mio, davvero. A presto!»
Un grande grazie a Phillip Kennedy Johnson per la sua gentilezza e disponibilità, e a Scotts Collectables per averci permesso di incontrarlo durante il MCM Comic Con di Londra 2025.
Chi è Phillip Kennedy Johnson: la penna dietro Superman, Alien e The Incredible Hulk
Phillip Kennedy Johnson al MCM Comic Con di Londra, Ottobre 2025
Phillip Kennedy Johnson ha esordito nel mondo dei fumetti nel 2015 con le miniserie Last Sons of America e Warlords of Appalachia pubblicate da BOOM! Studios, che lo hanno poi portato a collaborare con DC Comics e Marvel.
È conosciuto soprattutto per il suo apprezzato lavoro su Superman e Action Comics, su Alien per la Marvel, Green Lantern: War Journal e per le sue attuali run di successo su The Incredible Hulk, Batman & Robin e Hellhunters.
È inoltre autore e co-creatore di The Fellspyre Chronicles per DC Black Label e di Crocodile Black per BOOM! Studios, oltre a molte altre opere. Johnson ha pubblicato anche con Archaia, IDW, Aftershock, Dynamite e Scout Comics. Oltre alla carriera da sceneggiatore, Phillip Kennedy Johnson è Sergente Maggiore dell’Esercito degli Stati Uniti, dove si esibisce come trombettista nella U.S. Army Field Band di Washington, D.C.
Prima di arruolarsi, ha girato il mondo con la Glenn Miller Orchestra tra il 2004 e il 2005, e ha suonato anche con gruppi prestigiosi come la Moscow Ballet, la Dallas Opera, la Washington Symphonic Brass, la Lexington Philharmonic e la Benny Goodman Orchestra.²