Ci sono film e saghe cinematografiche che non hanno bisogno di presentazioni: tra questi c’è Avatar.
Il kolossal sci-fi di James Cameron, esordito nel 2009, ha frantumato ogni record con il primo capitolo, creando un fandom appassionato attorno a Pandora — il mondo immaginario ideato dal visionario regista — e al popolo dei Na’vi.
A oltre dieci anni di distanza, con Avatar 2: La via dell’acqua (2022), Cameron ha avuto solo conferme: la fiamma del fandom non si era mai spenta, anzi, con il secondo film si è riaccesa più forte che mai, portando a un nuovo successo planetario al botteghino.
Annunciati dallo stesso regista, i nuovi capitoli della saga erano attesi con grande trepidazione.
E dopo appena tre anni dal secondo film, sta per arrivare Avatar 3: Fuoco e cenere, un capitolo che si preannuncia ancora più drammatico ed epico rispetto alle pellicole precedenti.
Per promuovere il nuovo film, ieri si è tenuta a Milano — nella splendida cornice dell’hotel Principe di Savoia — la conferenza stampa organizzata da Disney con alcuni degli attori protagonisti della terza pellicola: Sam Worthington (Jake Sully), Stephen Lang (colonnello Miles Quaritch), Bailey Bass (Tsireya), Trinity Jo-Li Bliss (Tuk) e Jack Champion (Spider).
PopCorNerd ha avuto il piacere di partecipare all’incontro per gli addetti stampa con il cast e, tra anticipazioni e approfondimenti, ecco come è andata!

Jack Champion; Bailey Bass; Trinity Jo-Li Bliss; Stephen Lang; Sam Worthington
Essere parte del fantastico mondo di Avatar
La prima domanda rivolta al cast ha riguardato il significato per loro di far parte dell’universo creato da James Cameron che, film dopo film, diventa sempre più complesso e stratificato.

In foto: Stephen Lang
Stephen Lang, villain indiscusso della saga, ha parlato di un privilegio creativo e umano:
Beh, è una grande fortuna dal punto di vista professionale lavorare anche a livello personale con una personalità così creativa e visionaria come James Cameron, con una squadra di colleghi, sia qui che in tutto il mondo, molto impegnata in questo progetto che è veramente il frutto dell’intelletto geniale di James. Ne facciamo parte da molti anni. E reputo che sia un dono che continuiamo a ricevere.
Bailey Bass, entrata nel cast in Avatar: La via dell’acqua nel ruolo di Tsireya, ha sottolineato come sia interessante far parte di un progetto di questa portata, per lei e i suoi altrettanto giovani colleghi:
È un progetto che non capiamo appieno, cioè non riusciamo a capire quanto sia pionieristico perché noi eravamo bambini, non conoscevamo il mondo del cinema prima di James Cameron, non sapevamo quanto egli avesse fatto. Quindi è veramente fantastico farne parte.
Trinity Jo-Li Bliss ha aggiunto:
Jim è il padre di questa famiglia. Sono grata ogni giorno di far parte di Avatar e sono contenta di essere qui oggi a Milano incontrarvi e conoscervi e dividere la nostra esperienza nel realizzare questo film.

In foto: Jack Champion
Jack Champion, interprete di Spider nella pellicola, che ha iniziato il suo percorso nella saga a dodici anni, ha affermato:
Non sarei chi sono senza Avatar: è una parte della mia vita da sempre.
Il messaggio di Avatar nel mondo di oggi
Sono diversi i temi centrali in Avatar: pace, il rispetto per il pianeta, le risorse, le diversità, la famiglia. È stato chiesto al cast cosa significhi portare oggi nel mondo il messaggio di Avatar. Gli attori hanno spiegato come Fuoco e Cenere amplifichi la dimensione emotiva delle relazioni tra i personaggi, in un contesto minacciato dalla guerra e dal cambiamento del pianeta. In questo senso la storia, secondo il cast, riflette le fragilità e le incertezze del nostro presente, mettendo al centro l’amore reciproco, la solidarietà e la responsabilità collettiva nei confronti del mondo.

In foto: Sam Worthington
Sam Worthington ha evidenziato come Cameron abbia unito il grande spettacolo alla dimensione intima:
Jim ha scritto questo, questo film ha valutato moltissimi aspetti. […]. Ecco, io penso che ci parli veramente della vita vera, della vita che noi stiamo vivendo e dei momenti difficili, di grande precarietà, incertezza e l’unica cosa che abbiamo è il nostro amore reciproco. E questo è quello che ci ha detto James. Si tratta di essere tutti connessi, americani, italiani. Tutto il pianeta è la nostra responsabilità.

In foto: Trinity Jo-Li Bliss
La Bliss ha voluto precisare come in questa pellicola siano ancora più importanti i ruoli femminili e la loro forza:
In questo film ci sono delle guerriere, donne fantastiche e tutto questo contribuisce ad una storia che ci tiene inchiodati allo schermo.
La Bass, invece, ha sottolineato come siano centrali anche la diversità e solidarietà:
Si parla anche di diversità. C’è Spider, c’è Jake, ci sono questi personaggi blu e questo film ci dice che abbiamo più cose in comune che differenze. E questo è il grande messaggio di Avatar.
Emozione, tecnica e un mondo narrativo che si espande
Sul piano tecnico, gli interpreti hanno descritto l’utilizzo della performance capture come un metodo che, invece di limitare, libera. La tecnologia non viene percepita come un ostacolo, ma come uno strumento che consente una recitazione più intima, priva delle distrazioni del set tradizionale. Le espressioni, i movimenti e le interazioni tra gli attori vengono registrati in modo completo, preservando la naturalezza delle interpretazioni.

Sul tema, Champion ha detto:
Se c’è una telecamera sul lato destro del mio viso, io ne sono consapevole. Invece con la tecnica del performance capture è fantastico. […] Ci si concentra sulla scena semplicemente sulla recitazione, senza pensare alla luce, alle telecamere, e si tratta solo dell’interazione fra gli attori e il regista.
Una precisazione, invece, di Worthington sull’argomento:
In realtà, gli effetti visivi e le luci arrivano dopo. […] Quando ho girato il primo film c’era stata una promessa: una volta applicati gli effetti, dopo aver fatto il nostro lavoro d’attori, niente di ciò che avevamo espresso sarebbe andato perduto. Ed è una promessa che è stata mantenuta.
È un po’ come indossare un trucco: tutto quello che facciamo — le espressioni del viso, i movimenti, i baci, il modo in cui entriamo nell’acqua — è davvero ciò che abbiamo fatto noi.
Ambiente e speranza
L’ambiente è un tema cardine di Avatar, e la domanda sulla speranza per il pianeta ha portato a risposte emotive. Gli attori hanno ricordato il valore della sensibilizzazione, delle piccole azioni quotidiane e dell’importanza di mantenere viva la speranza, citando anche momenti bui della storia europea come esempio della capacità dell’umanità di rialzarsi. Alcuni dei presenti hanno sottolineato come anche sul set si adottassero comportamenti rispettosi dell’ambiente, a partire dalla riduzione dell’uso della plastica.

In foto: Bailey Bass
Bailey Bass, impegnata anche a livello attivista, ha detto:
Sul nostro pianeta vivono 8 miliardi di persone: davvero vogliamo credere che non desideriamo un mondo pieno di amore, bellezza e luce?
Continuiamo a lottare proprio per questo, continuiamo a sognare. Condividiamo questo amore e questo sogno affinché la nostra Terra possa fiorire.
La Bliss ha aggiunto:
Mi piace tantissimo come Avatar rifletta questi temi, che sia in grado di far vedere questi legami, su come sia importante badare al paese, al paesaggio, agli animali, la flora, imparare a vivere tutti in armonia. […] Ecco, tutto questo si è riflesso proprio anche sul set ed è stato bellissimo. Ritengo che sia molto bello provare a parlare di tutti questi temi così importanti e inserirli in una storia.
Avatar 3 e il futuro del cinema in sala

In foto: il cast di Avatar: Fuoco e Cenere
Un altro tema rilevante emerso durante l’incontro riguarda il rapporto tra cinema e pubblico dopo la pandemia e in un’epoca dominata dagli schermi personali. Il cast ha riconosciuto le difficoltà delle sale cinematografiche, ma ha ribadito che esperienze come Avatar sono concepite per essere vissute in sala, collettivamente, con la qualità immersiva che solo il grande schermo può offrire. La speranza condivisa è che il film possa contribuire a riportare gli spettatori al cinema, soprattutto le generazioni più giovani.
La Bliss, la più giovane tra le star presenti, ha osservato come le nuove generazioni vivano ormai in simbiosi con i social, con un impatto evidente sulle relazioni:
Ho notato che, soprattutto per la generazione Z e quelle che seguiranno, beh, i social media sono parte integrante della nostra vita, del nostro modo di guardare anche il mondo dell’entertainment, dei film. Tutto questo è molto cambiato e abbiamo visto anche l’impatto che c’è stato sulla salute mentale. […] Avatar fa parte della vita di così tante persone e ormai da 15 anni a questa parte amiamo il fatto che il pubblico non veda l’ora di tornare in sala a guardare il film
Per gli interpreti, Avatar – Fuoco e Cenere rappresenta il proseguimento naturale di un percorso iniziato quindici anni fa: una storia che si amplia, si complica e continua a parlare al pubblico globale attraverso temi universali come la famiglia, la comunità, l’empatia e la difesa del pianeta.
Pandora next-gen
Bailey Bass, Trinity Jo-Li Bliss e Jack Champion sono la nuova generazione di Pandora, e il senso di responsabilità in un franchise di tale portata può essere importante.
Gli attori hanno affrontato conflitti e sfide, ma portato anche speranza e luce, riflettendo temi universali di legami, responsabilità e crescita personale. Ogni attore ha avuto l’opportunità di sviluppare il proprio ruolo in profondità, crescendo insieme al personaggio e alla saga complessiva.
Ecco la Bass cosa ha affermato:
Beh, nasce tutto da Jim. Personalmente non mi sono mai sentita intimidita. […] si ritaglia il tempo per costruire insieme a noi il personaggio, per legarli alla nostra esperienza personale, proprio per farci entrare nel profondo dei nostri personaggi. È questo il motivo per cui poi sullo schermo siamo così reali e lui vuole veramente che si sentano.
Champion invece è stato molto sincero:
È molto bello. Ovviamente siamo la generazione che vive questi scontri, queste guerre, quindi può avere un lato più oscuro, ma anche uno più ricco di speranza. Quindi in questo caos, in questo buio, siamo in grado di trovare la luce. Ecco, forse questa è l’essenza.
Lang, cattivo nato e le sfide fisiche e tecniche che un film come Avatar ti mette davanti

Stephen Lang
Stephen Lang ha rimarcato quanto sia fondamentale dare complessità anche ai “cattivi”, mostrando fragilità, contraddizioni e leadership.
Io non faccio il cattivo, perché comunque i cattivi non si ritengono tali. […]
Ogni cattivo è l’eroe della propria storia. Mi sono stufato a dover dire che non è così. […] Ora, affinché un cattivo possa essere convincente, bisogna che si odi.
Non sono mancate riflessioni sulle sfide tecniche, dalle riprese sott’acqua ai momenti più impegnativi delle performance capture: ostacoli enormi che però, secondo gli attori, rendono la saga ancora più unica nel panorama cinematografico contemporaneo.
Sam Worthington ha voluto rispondere in maniera ironica alla domanda:
Le scene sott’acqua, come sappiamo, sono problematiche per molti attori. Per me la cosa più problematica è questa conferenza stampa. Non ci sono altri film come questo, non ci sarà mai una saga come questa, credo.
[A fine conferenza Sam Worthington si è avvicinato alla giornalista e ha risposto in maniera più completa alla domanda sottolineando “Nel film affrontiamo alcuni elementi e difficoltà, ma non tante quanto nei film precedenti, però. C’è ancora l’acqua, ma c’è più dinamicità con onde e movimenti. Riguardo al fuoco…di quello ne abbiamo avuto, eccome.”]
Avatar: Fuoco e cenere sarà nelle sale cinematografiche a partire dal 17 dicembre 2025. Voi andrete a vederlo?