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Fantastici 4: Gli Inizi – Il fascino del mondo retro-futurista del film MCU

Un viaggio nel design di Fantastici 4: Gli Inizi, tra architettura rétro, costumi spaziali anni ’60 e visioni futuristiche. Scopriamo come il film dei Marvel Studios disponibile su Disney+, ha reinventato la prima famiglia Marvel

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Fantastici 4 - Gli Inizi

È disponibile da pochi giorni su Disney+, Fantastici 4: Gli Inizi, la pellicola diretta da Matt Shakman che vede protagonista la prima famiglia Marvel nel ‘reboot’ del Marvel Cinematic Universe.

Dopo il discreto risultato al botteghino, Mr. Fantastic (Pedro Pascal), la Donna Invisibile (Vanessa Kirby), la Torcia Umana (Joseph Quinn) e La (sempre amabile) Cosa (Ebon Moss-Bachrach) cercano il successo anche sulla piattaforma Disney a partire dal 5 novembre.

Per chi ha già avuto modo di vedere il film al cinema, sa che la guerra tra il Quartetto, l’insaziabile divoratori di Mondi, Galactus (Ralph Ineson) e il suo araldo Silver Surfer (Julia Garner) non si svolge sulla Terra canonica degli Avengers, bensì su Terra-828, un pianeta alternativo dove gli anni ’60 incontrano il futuro, dando origine a un’affascinante ambientazione retro-futurista che è il fiore all’occhiello di Fantastici 4: Gli Inizi.

Sebbene ai più il film possa risultare stucchevole e poco stimolante a livello di trama, il regista Matt Shakman, il production designer Kasra Farahani e la costume designer Alexandra Byrne hanno costruito un universo che celebra l’ottimismo e la curiosità scientifica, con un’estetica rétro-futurista ispirata ai fumetti di Jack Kirby e al design modernista del dopoguerra.

Il risultato? Un film che “sembra” un fumetto d’epoca ma vive e respira come una produzione cinematografica contemporanea. E noi di PopCorNerd vogliamo trasportarvi in questo viaggio che approfondisce l’Universo all’interno del quale si muovono i Fantastici  4 del MCU.

Benvenuti su Terra-828, dove il futuro strizza l’occhio al passato.

Fantastici 4: Gli Inizi- Una New York come non l’abbiamo mai vista

La città di Fantastici 4: Gli Inizi è una Nuova York utopica, dove i grattacieli ricordano le curve di Eero Saarinen e le superfici fluide di Oscar Niemeyer.

Farahani ha immaginato una metropoli che mescola il modernismo anni ’60 con la fantascienza pulp di Syd Mead e Arthur Radebaugh: una skyline di vetro, acciaio e ottimismo, percorsa da auto a bolle e piattaforme di volo.

Questa scelta estetica non è casuale. Niente distopie, niente oscurità: il film abbraccia la speranza e la fiducia nella scienza, proprio come facevano i fumetti Marvel della Silver Age.

Il Baxter Building: cuore caldo e mente brillante

Il quartier generale dei Quattro, il celebre Baxter Building, è un capolavoro di scenografia e storytelling visivo.
Farahani lo descrive come “una casa nel cielo”; un attico di Manhattan trasformato in rifugio domestico, dove la scienza convive con la quotidianità.

  • Il soggiorno unisce legno naturale, pietra e luce calda, in puro stile mid-century modern.

  • La cucina richiama la “Kitchen of Tomorrow” della Fiera Mondiale del 1964: luci integrate, superfici bianche, robot-assistenti e tocchi cromati.

  • Il laboratorio di Reed Richards è diviso in tre aree di lavoro, ognuna con un colore preciso (rosso, giallo, blu), per rappresentare i diversi livelli del pensiero scientifico.

Persino Yancy Street, il quartiere d’origine di Ben Grimm, è ricostruito con dettagli “vivi”: asfalto fresco, graffiti, segni di quotidianità che rendono credibile la finzione.

I costumi della First Family Marvel: il blu dei sogni e della famiglia

La costume designer Alexandra Byrne ha scelto una palette coerente: azzurro, bianco e argento, i colori storici dei Fantastici Quattro, quelli pensati in origine da Stan Lee e Jack Kirby per i personaggi che hanno posto le fondamenta all’Universo Marvel fumettistico, divenuto oggi uno dei franchise più importanti della Terra (la nostra ovviamente!).

L’obiettivo era fondere l’estetica space-age con la moda anni ’60, creando tute da eroe che potessero davvero esistere.
I tessuti usati sono ispirati alle tute da sci d’epoca (elastiche, a coste, con cuciture visibili) per dare realismo e movimento.

La Byrne spiega:

“Abbiamo trascorso ore a bilanciare tonalità e materiali. Volevamo che fossero familiari, ma anche come venuti da un altro mondo.”

Ogni costume racconta la personalità di chi lo indossa; Reed Richards veste linee sobrie, con trame geometriche da ingegnere e tonalità fredde, Sue Storm unisce eleganza e forza indossando tagli raffinati, guanti e stivali bianchi che richiamano la moda mod, Johnny Storm è più irriverente, con giacche e inserti rossi che lo distinguono dagli altri e Ben Grimm, conserva uno stile classico popolare.

Le fonti d’ispirazione: tra fumetto, architettura e cinema

Jack Kirby, con il suo design cosmico e la potenza grafica delle tavole Silver Age, è la musa principale. Il co-creatore di Reed Richards, Ben Grimm, Susan e Johnny Storm non ha solo realizzato il design dei quattro eroi dei fumetti e di tutto il cast, ma ha modellato un vero e proprio mondo divenuto col tempo leggenda.

Kirby venne soprannominato The King per l’arte visionaria e per aver inventato un nuovo linguaggio visivo fatto di prospettive ardite, con figure che sembravano sfondare la vignetta, tecnologie impossibili, piene di leve, sfere e circuiti, energia visiva resa attraverso il celebre Kirby Krackle, il suo marchio di fabbrica per rappresentare potenza cosmica e mistero.

Il mondo dei Fantastici Quattro era una miscela di fantascienza, avventura e mito, un universo dove il reale e l’impossibile convivevano in equilibrio perfetto. E Matt Shakman ha cercato di riportare visivamente nella pellicola quella magia e quelle ambientazioni, che rendono i fumetti dei Fantastici 4 di Lee e Kirby, ancora oggi una perla di intramontabile bellezza nel mondo dei comics.

L’architettura modernista di Saarinen e Niemeyer molto in voga negli anni ’60, fornisce la base visiva per le strutture e le linee curve, dove l’estetica viene accantonata per dare spazio all’utilità ed efficienza del luogo abitativo (che però verrà col tempo etichettata come freddezza e rigidità).

Il salotto dei Fantastici 4

L’immaginario retro- tecnologico pone, però le basi nel cinema e nella televisione: la fantascienza classica (da 2001: Odissea nello spazio a The Jetsons) sono fortemente richiamati all’interno di Fantastici 4: Gli Inizi.

I Jetson di Hanna & Barbera, fonte di ispirazione per l’ambientazione retro-futuristica

Un’estetica che racconta la famiglia

Ogni dettaglio visivo, dagli arredi ai tessuti, racconta chi sono i Fantastici 4. Il Baxter Building è il rifugio di una famiglia che affronta l’ignoto restando unita. Una famiglia concepita con una concezione ancora classica: quella perfetta (all’apparenza) che però nasconde i problemi sotto la sabbia nonostante sia composta da 3 scienziati (tra cui Reed il più intelligente del Pianeta)  e un pilota. Ed è proprio questo a decretarne la normalità probabilmente e l’essere il più compatibile possibile con gli spettatori.

I costumi uguali ma personalizzati rappresentano la loro coesione, pur nelle differenze individuali. E la città che li circonda è la proiezione del loro spirito: un mondo che crede ancora nel futuro.

Fantastici 4: Gli Inizi – Quando il design diventa narrazione

In Fantastici 4: Gli Inizi, la scenografia e i costumi non sono semplici elementi di contorno, sono parte integrante della storia.

Ogni ambiente, ogni abito e ogni colore costruiscono l’identità di un film che guarda al passato per immaginare il domani.

Un omaggio all’età d’oro dei fumetti e alla speranza che li ha generati: quella di un futuro in cui la scienza, la famiglia e l’immaginazione camminano insieme verso l’ignoto.

Il consiglio di PopCorNerd? Guardate Fantastici 4: Gli Inizi perché a livello visivo è uno spettacolo (retrò) per gli occhi da lasciare a bocca aperta gli spettatori.

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Film

Avatar 3: PopCorNerd all’incontro con il cast del nuovo film di James Cameron

PopCorNerd ha avuto il piacere di partecipare all’incontro organizzato per la stampa da Disney con parte del cast di Avatar 3. Ecco cosa hanno detto i protagonisti Sam Worthington, Stephen Lang, Bailey Bass, Trinity Jo-Li Bliss e Jack Champion

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Ci sono film e saghe cinematografiche che non hanno bisogno di presentazioni: tra questi c’è Avatar.

Il kolossal sci-fi di James Cameron, esordito nel 2009, ha frantumato ogni record con il primo capitolo, creando un fandom appassionato attorno a Pandora — il mondo immaginario ideato dal visionario regista — e al popolo dei Na’vi.

A oltre dieci anni di distanza, con Avatar 2: La via dell’acqua (2022), Cameron ha avuto solo conferme: la fiamma del fandom non si era mai spenta, anzi, con il secondo film si è riaccesa più forte che mai, portando a un nuovo successo planetario al botteghino.

Annunciati dallo stesso regista, i nuovi capitoli della saga erano attesi con grande trepidazione.

E dopo appena tre anni dal secondo film, sta per arrivare Avatar 3: Fuoco e cenere, un capitolo che si preannuncia ancora più drammatico ed epico rispetto alle pellicole precedenti.

Per promuovere il nuovo film, ieri si è tenuta a Milano — nella splendida cornice dell’hotel Principe di Savoia — la conferenza stampa organizzata da Disney con alcuni degli attori protagonisti della terza pellicola: Sam Worthington (Jake Sully), Stephen Lang (colonnello Miles Quaritch), Bailey Bass (Tsireya), Trinity Jo-Li Bliss (Tuk) e Jack Champion (Spider).

PopCorNerd ha avuto il piacere di partecipare all’incontro per gli addetti stampa con il cast e, tra anticipazioni e approfondimenti, ecco come è andata!

Jack Champion; Bailey Bass; Trinity Jo-Li Bliss; Stephen Lang; Sam Worthington

Essere parte del fantastico mondo di Avatar

La prima domanda rivolta al cast ha riguardato il significato per loro di far parte dell’universo creato da James Cameron che, film dopo film, diventa sempre più complesso e stratificato.

In foto: Stephen Lang

Stephen Lang, villain indiscusso della saga, ha parlato di un privilegio creativo e umano:

Beh, è una grande fortuna dal punto di vista professionale lavorare anche a livello personale con una personalità così creativa e visionaria come James Cameron, con una squadra di colleghi, sia qui che in tutto il mondo, molto impegnata in questo progetto che è veramente il frutto dell’intelletto geniale di James. Ne facciamo parte da molti anni. E reputo che sia un dono che continuiamo a ricevere.

Bailey Bass, entrata nel cast in Avatar: La via dell’acqua nel ruolo di Tsireya, ha sottolineato come sia interessante far parte di un progetto di questa portata, per lei e i suoi altrettanto giovani colleghi:

È un progetto che non capiamo appieno, cioè non riusciamo a capire quanto sia pionieristico perché noi eravamo bambini, non conoscevamo il mondo del cinema prima di James Cameron, non sapevamo quanto egli avesse fatto. Quindi è veramente fantastico farne parte.

Trinity Jo-Li Bliss ha aggiunto:

Jim è il padre di questa famiglia. Sono grata ogni giorno di far parte di Avatar e sono contenta di essere qui oggi a Milano incontrarvi e conoscervi e dividere la nostra esperienza nel realizzare questo film.

In foto: Jack Champion

Jack Champion, interprete di Spider nella pellicola, che ha iniziato il suo percorso nella saga a dodici anni, ha affermato:

Non sarei chi sono senza Avatar: è una parte della mia vita da sempre.

Il messaggio di Avatar nel mondo di oggi

Sono diversi i temi centrali in Avatar: pace, il rispetto per il pianeta, le risorse, le diversità, la famiglia. È stato chiesto al cast cosa significhi portare oggi nel mondo il messaggio di Avatar. Gli attori hanno spiegato come Fuoco e Cenere amplifichi la dimensione emotiva delle relazioni tra i personaggi, in un contesto minacciato dalla guerra e dal cambiamento del pianeta. In questo senso la storia, secondo il cast, riflette le fragilità e le incertezze del nostro presente, mettendo al centro l’amore reciproco, la solidarietà e la responsabilità collettiva nei confronti del mondo.

In foto: Sam Worthington

Sam Worthington ha evidenziato come Cameron abbia unito il grande spettacolo alla dimensione intima:

Jim ha scritto questo, questo film ha valutato moltissimi aspetti. […]. Ecco, io penso che ci parli veramente della vita vera, della vita che noi stiamo vivendo e dei momenti difficili, di grande precarietà, incertezza e l’unica cosa che abbiamo è il nostro amore reciproco. E questo è quello che ci ha detto James. Si tratta di essere tutti connessi, americani, italiani. Tutto il pianeta è la nostra responsabilità.

In foto: Trinity Jo-Li Bliss

La Bliss ha voluto precisare come in questa pellicola siano ancora più importanti i ruoli femminili e la loro forza:

In questo film ci sono delle guerriere, donne fantastiche e tutto questo contribuisce ad una storia che ci tiene inchiodati allo schermo. 

La Bass, invece, ha sottolineato come siano centrali anche la diversità e solidarietà:

Si parla anche di diversità. C’è Spider, c’è Jake, ci sono questi personaggi blu e questo film ci dice che abbiamo più cose in comune che differenze. E questo è il grande messaggio di Avatar. 

Emozione, tecnica e un mondo narrativo che si espande

Sul piano tecnico, gli interpreti hanno descritto l’utilizzo della performance capture come un metodo che, invece di limitare, libera. La tecnologia non viene percepita come un ostacolo, ma come uno strumento che consente una recitazione più intima, priva delle distrazioni del set tradizionale. Le espressioni, i movimenti e le interazioni tra gli attori vengono registrati in modo completo, preservando la naturalezza delle interpretazioni.

Sul tema, Champion ha detto:

Se c’è una telecamera sul lato destro del mio viso, io ne sono consapevole. Invece con la tecnica del performance capture è fantastico. […] Ci si concentra sulla scena semplicemente sulla recitazione, senza pensare alla luce, alle telecamere, e si tratta solo dell’interazione fra gli attori e il regista.

Una precisazione, invece, di Worthington sull’argomento:

In realtà, gli effetti visivi e le luci arrivano dopo. […] Quando ho girato il primo film c’era stata una promessa: una volta applicati gli effetti, dopo aver fatto il nostro lavoro d’attori, niente di ciò che avevamo espresso sarebbe andato perduto. Ed è una promessa che è stata mantenuta.
È un po’ come indossare un trucco: tutto quello che facciamo — le espressioni del viso, i movimenti, i baci, il modo in cui entriamo nell’acqua — è davvero ciò che abbiamo fatto noi. 

Ambiente e speranza

L’ambiente è un tema cardine di Avatar, e la domanda sulla speranza per il pianeta ha portato a risposte emotive. Gli attori hanno ricordato il valore della sensibilizzazione, delle piccole azioni quotidiane e dell’importanza di mantenere viva la speranza, citando anche momenti bui della storia europea come esempio della capacità dell’umanità di rialzarsi. Alcuni dei presenti hanno sottolineato come anche sul set si adottassero comportamenti rispettosi dell’ambiente, a partire dalla riduzione dell’uso della plastica.

In foto: Bailey Bass

Bailey Bass, impegnata anche a livello attivista, ha detto:

Sul nostro pianeta vivono 8 miliardi di persone: davvero vogliamo credere che non desideriamo un mondo pieno di amore, bellezza e luce?
Continuiamo a lottare proprio per questo, continuiamo a sognare. Condividiamo questo amore e questo sogno affinché la nostra Terra possa fiorire.

La Bliss ha aggiunto:

Mi piace tantissimo come Avatar rifletta questi temi, che sia in grado di far vedere questi legami, su come sia importante badare al paese, al paesaggio, agli animali, la flora, imparare a vivere tutti in armonia. […] Ecco, tutto questo si è riflesso proprio anche sul set ed è stato bellissimo. Ritengo che sia molto bello provare a parlare di tutti questi temi così importanti e inserirli in una storia. 

Avatar 3 e il futuro del cinema in sala

In foto: il cast di Avatar: Fuoco e Cenere

Un altro tema rilevante emerso durante l’incontro riguarda il rapporto tra cinema e pubblico dopo la pandemia e in un’epoca dominata dagli schermi personali. Il cast ha riconosciuto le difficoltà delle sale cinematografiche, ma ha ribadito che esperienze come Avatar sono concepite per essere vissute in sala, collettivamente, con la qualità immersiva che solo il grande schermo può offrire. La speranza condivisa è che il film possa contribuire a riportare gli spettatori al cinema, soprattutto le generazioni più giovani.

La Bliss, la più giovane tra le star presenti, ha osservato come le nuove generazioni vivano ormai in simbiosi con i social, con un impatto evidente sulle relazioni:

Ho notato che, soprattutto per la generazione Z e quelle che seguiranno, beh, i social media sono parte integrante della nostra vita, del nostro modo di guardare anche il mondo dell’entertainment, dei film. Tutto questo è molto cambiato e abbiamo visto anche l’impatto che c’è stato sulla salute mentale. […] Avatar fa parte della vita di così tante persone e ormai da 15 anni a questa parte amiamo il fatto che il pubblico non veda l’ora di tornare in sala a guardare il film

Per gli interpreti, Avatar – Fuoco e Cenere rappresenta il proseguimento naturale di un percorso iniziato quindici anni fa: una storia che si amplia, si complica e continua a parlare al pubblico globale attraverso temi universali come la famiglia, la comunità, l’empatia e la difesa del pianeta.

Pandora next-gen

Bailey Bass, Trinity Jo-Li Bliss e Jack Champion sono la nuova generazione di Pandora, e il senso di responsabilità in un franchise di tale portata può essere importante.

Gli attori hanno affrontato conflitti e sfide, ma portato anche speranza e luce, riflettendo temi universali di legami, responsabilità e crescita personale. Ogni attore ha avuto l’opportunità di sviluppare il proprio ruolo in profondità, crescendo insieme al personaggio e alla saga complessiva.

Ecco la Bass cosa ha affermato:

Beh, nasce tutto da Jim. Personalmente non mi sono mai sentita intimidita. […] si ritaglia il tempo per costruire insieme a noi il personaggio, per legarli alla nostra esperienza personale, proprio per farci entrare nel profondo dei nostri personaggi. È questo il motivo per cui poi sullo schermo siamo così reali e lui vuole veramente che si sentano.

Champion invece è stato molto sincero:

È molto bello. Ovviamente siamo la generazione che vive questi scontri, queste guerre, quindi può avere un lato più oscuro, ma anche uno più ricco di speranza. Quindi in questo caos, in questo buio, siamo in grado di trovare la luce. Ecco, forse questa è l’essenza.

Lang, cattivo nato e le sfide fisiche e tecniche che un film come Avatar ti mette davanti

Stephen Lang

Stephen Lang ha rimarcato quanto sia fondamentale dare complessità anche ai “cattivi”, mostrando fragilità, contraddizioni e leadership.

Io non faccio il cattivo, perché comunque i cattivi non si ritengono tali. […]
Ogni cattivo è l’eroe della propria storia. Mi sono stufato a dover dire che non è così. […] Ora, affinché un cattivo possa essere convincente, bisogna che si odi.

Non sono mancate riflessioni sulle sfide tecniche, dalle riprese sott’acqua ai momenti più impegnativi delle performance capture: ostacoli enormi che però, secondo gli attori, rendono la saga ancora più unica nel panorama cinematografico contemporaneo.

Sam Worthington ha voluto rispondere in maniera ironica alla domanda:

Le scene sott’acqua, come sappiamo, sono problematiche per molti attori. Per me la cosa più problematica è questa conferenza stampa. Non ci sono altri film come questo, non ci sarà mai una saga come questa, credo.

[A fine conferenza Sam Worthington si è avvicinato alla giornalista e ha risposto in maniera più completa alla domanda sottolineando “Nel film affrontiamo alcuni elementi e difficoltà, ma non tante quanto nei film precedenti, però. C’è ancora l’acqua, ma c’è più dinamicità con onde e movimenti. Riguardo al fuoco…di quello ne abbiamo avuto, eccome.”]

Avatar: Fuoco e cenere sarà nelle sale cinematografiche a partire dal 17 dicembre 2025. Voi andrete a vederlo?

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Natale senza Babbo – Prime Video svela il trailer, il poster e la data di uscita

Natale senza Babbo è il film con Luisa Ranieri e Alessandro Gassmann in arrivo il 28 novembre su Prime Video. Ecco trailer e foto in anteprima

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Ecco il comunicato stampa del film Natale senza Babbo, diffuso da Prime Video.


Prime Video svela il trailer, il poster e la data di uscita di Natale senza Babbo, la nuova commedia natalizia con Luisa Ranieri, Alessandro Gassmann, Caterina Murino, Valentina Romani

Natale senza Babbo, co-prodotto da Amazon MGM Studios con Gaumont Italia, è diretto da Stefano Cipani e sarà disponibile in esclusiva su Prime Video dal 28 novembre

Prime Video svela il trailer, il poster e la data di uscita di Natale senza Babbo, la nuova commedia natalizia con protagonisti Luisa Ranieri e Alessandro Gassmann che sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo dal 28 novembre.

Quando Babbo Natale (Alessandro Gassmann), nel pieno di una crisi esistenziale, decide di prendersi una vacanza e scompare all’improvviso, a sua moglie Margaret (Luisa Ranieri) – sempre pronta a supportare (e sopportare) il marito Nicola – non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche e salvare il giorno più speciale dell’anno.

Non sarà un compito facile, perché l’intraprendente strega Sabrina (Caterina Murino), meglio conosciuta come la Befana, e Santa Lucia (Valentina Romani) sono determinate a rubare la scena a Babbo Natale diventando le protagoniste delle Feste. Nel cast di Natale senza Babbo, con la partecipazione di Diego Abatantuono, e con Michela Andreozzi e Angela Finocchiaro, ci sono anche Rita Longordo, Paolo Calvano, Francesco Centorame, Simone Susinna, Francesca Alice Antonini, Alberto Astorri e Stefano Ambrogi.

Vediamo di seguito le foto in anteprima!

Ecco il poster ufficiale del film!

Il nuovo film Original Natale senza Babbo, co-prodotto da Amazon MGM Studios con Gaumont Italia, è diretto da Stefano Cipani e scritto da Michela Andreozzi con la collaborazione di Filippo Macchiusi.

Fonte: CS Prime Video

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Le clip di OI VITA MIA, il nuovo film di Pio e Amedeo

Le clip di OI VITA MIA, il nuovo film di Pio e Amedeo dal 27 novembre al cinema distribuito da Piper Film

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PIPERFILM e OUR FILMS presentano POSTER e TRAILER di

Logo del film, Oi Vita Mia

regia di PIO e AMEDEO

AL CINEMA DAL 27 NOVEMBRE 2025

con PIO e AMEDEO,
con la partecipazione straordinaria di LINO BANFI,
con ESTER PANTANO, CRISTINA MARINO, MARINA LUPO, ADRIANA DE MEO
e EMANUELE LA TORRE

sceneggiatura
PIO D’ANTINI, AMEDEO GRIECO, EMANUELE LICITRA

prodotto da
MASSIMILIANO ORFEI, LUISA BORELLA e DAVIDE NOVELLI
prodotto da
VALENTINA AVENIA
prodotto da
LORENZO MIELI e MARIO GIANANI

una produzione
OUR FILMS e PIPERFILM
in collaborazione con NETFLIX

Oi Vita Mia, la locandina del film

Oi Vita Mia, la locandina del film

Fonte: CS OUR FILMS e PIPERFILM

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