Brian M. Bendis is Back!
Dopo l’annuncio del ritorno in Marvel su Avengers #800, Brian Michael Bendis era uno degli ospiti più attesi alla Milan Games Week & Cartoomics 2025 (MGWCMX 2025).
L’autore di Cleveland è senza ombra di dubbio, uno degli sceneggiatori più influenti degli ultimi 25 anni del fumetto americano. Bendis in Marvel ha scritto letteralmente qualunque testata: è il creatore del primo universo Ultimate e scrittore della serie cult Ultimate Spider-Man, padre di Miles Morales, autore di Jessica Jones, All-New X-Men, New Avengers, di una run leggendaria su Daredevil, e molto altro.
In DC Comics ha avuto l’occasione di scrivere i migliori eroi della casa editrice: da Superman alla JLA, sino alla Legione dei Supereroi. Come creator owned, impossibile non citare tra le sue opere Powers, che è valso a Bendis uno dei cinque Eisner vinti. Insomma, l’autore che è stato ospite dello stand Mirage Comics è arrivato a Milano con l’entusiasmo di chi è davvero felice di incontrare i fan.
Durante uno dei panel a lui dedicati ha sprigionato tutta la sua carica e simpatia:
«Ciao a tutti. Grazie per essere venuti… Sono il più lontano possibile da casa, ed è meraviglioso vedervi tutti»
Un modo semplice ma sincero per rompere il ghiaccio… che rappresenta esattamente chi è Brian Michael Bendis.
Spider-Man: un legame nato da bambino

Durante il panel che si è svolto all’Hero Stage Scrivere come Brian Michael Bendis: i segreti della narrazione moderato da Zeth Castle, l’incontro non poteva che cominciare con Spider-Man personaggio simbolo della sua carriera.
Bendis ha raccontato un ricordo d’infanzia quasi cinematografico:
«Non ricordo un momento in cui non conoscessi Spider-Man… Per me significava tutto. Pensavo a lui continuamente.»

Molti anni prima di diventare uno dei suoi più importanti scrittori, quel ragazzino dell’Ohio si era già imposto una missione che una sera durante una cena confessò alla sua famiglia:
«Mi alzai da tavola e dissi che sarei diventato il disegnatore di Spider-Man.»
Un sogno ingenuo, forse, ma tremendamente vero. Decenni dopo, già affermato scrittore della Marvel, sua madre gli ricordò quella scena e prendendolo in giro gli disse:
“Non sei diventato l’artista di Spider-Man… ma ti sei avvicinato parecchio.”
Per Bendis, Peter Parker è sempre stato qualcosa di estremamente personale, quasi intimo. Non lo ha mai pensato come un personaggio che scriveva, ma come una piccola parte di lui, esattamente come zio Ben era una versione di lui, e zia May una di sua madre.
Un’identificazione che affonda radici anche nel suo incontro diretto con Stan Lee: da lì, dice, ha compreso perché un “ragazzo ebreo di Cleveland” si riconoscesse così profondamente in quel mondo.

L’eredità di Stan Lee e la rivelazione di Joe Quesada

In foto: Joe Quesada, l’uomo che ha dato le chiavi di Ultimate Spider-Man a Bendis
Uno dei momenti più curiosi e illuminanti del panel riguarda l’arrivo di Bendis in Marvel.
Appena assunto, Joe Quesada, editor in chief dell’epoca, gli chiese: “Qual è il tuo rapporto con tuo padre?”
Bendis, spiazzato, rispose che non aveva alcun rapporto.
La risposta di Quesada fu quasi profetica: “Perfetto. Tutte le creazioni di Stan Lee sono personaggi che hanno problemi col padre.”
Per Bendis quella frase fu una rivelazione:
«Mi si aprì un mondo… compresi tutti gli elementi magici.»
È qui che il pubblico presente ha potuto sbirciare davvero dentro il “metodo Bendis”, lo stile che ha reso famoso lo scrittore e che ha rivoluzionato il fumetto americano agli inizi degli anni 2000. Per Bendis c’è sempre stata una prerogativa: capire i personaggi partendo dalle emozioni fondamentali che li muovono.

Il metodo Bendis: dialoghi, ritmo, contaminazione

Bendis ha poi guidato la platea attraverso la sua filosofia di scrittura. Niente lezioni accademiche, nessuna formula segreta: solo un’autentica passione per i linguaggi narrativi.
«Iniziai a guardare ai miei autori preferiti di altri media… il linguaggio del dialogo, la musica del dialogo. Potevamo applicarlo ai fumetti?»
Da qui nasce il suo stile, riconoscibilissimo per ritmo, pause, battute sovrapposte, “musicalità”.
Una scrittura che guarda al teatro, alle serie TV, al noir, alla narrativa crime. Non a caso, molti suoi primi lavori come Jinx, Torso, Goldfish, nascono proprio da ricerche effettuate dallo sceneggiatore sul campo, sulle strade, dagli incontri con bounty hunter e poliziotti, dalle storie di Cleveland, la sua città.
Con un approccio da giornalista di cronaca e documentarista, prima ancora che da autore di fumetti, Bendis ha raccontato che scambiava tavole con i cacciatori di taglie solo per ascoltare le loro storie.

Spunti interessanti, ma situazioni decisamente da ‘true crime’ di cui Bendis fece tesoro e bagaglio culturale per le sue future storie.
Quando il true crime aprì le porte della Marvel

Fu Torso, la graphic novel sul primo grande serial killer americano, a cambiare la sua vita.
Joe Quesada lesse quell’opera indipendente e telefonò subito a Bendis: “Vuoi scrivere Spider-Man?”
Uno di quei momenti da “Sliding Doors”, ammette l’autore, in cui il talento incontra l’occasione giusta al momento giusto.
All’epoca, ricorda, la Marvel era in bancarotta, senza certezze e senza prospettive chiare:
«La gente non se lo ricorda, ma la Marvel era nei guai…»
Proprio in quel caos nacque l’universo Ultimate, e Bendis, con Ultimate Spider-Man, contribuì a reinventare il linguaggio dei supereroi per una nuova generazione.
Majors vs Creator-Owned: due strade, stessa dedizione

Bendis ha spiegato con grande onestà la differenza tra scrivere per Marvel/DC e lavorare su un progetto creator-owned come Powers:
«La maggior parte dei lettori non sa e non dovrebbe interessarsi di chi detiene i diritti. Vogliono solo una buona storia. Se devo essere così arrogante da vendergli una storia, allora dev’essere il meglio che posso fare in quel momento.»
La vera differenza che l’autore ha voluto sottolineare sta nel fatto che nel creator-owned non ci sono regole e l’autore può davvero fare qualsiasi cosa, mentre nel work for hire si è parte di un grande universo condiviso.
Eppure, assicura, i limiti non sono necessariamente un ostacolo:
«Alcune delle mie migliori scelte sono nate proprio dall’universo condiviso. Avevo cinquanta altri scrittori nella stanza e se riuscivo a convincerli, allora l’idea era valida.»
Hollywood, cinema e la fortuna del tempismo

Uno dei passaggi più applauditi è stato quando Bendis ha ripercorso l’evoluzione dei cinecomic.
Cresciuto in un’epoca in cui esistevano solo il Superman di Richard Donner, il Batman di Tim Burton e pochi altri film isolati, non avrebbe mai immaginato che un giorno gli venisse chiesto: “Vuoi scrivere un videogioco di Spider-Man? Vuoi scrivere la serie animata?”
«Non ci sognavo nemmeno, perché non esisteva… Essere assunto per scrivere Spider-Man era già straordinario.»
Il resto — film, videogiochi, serie — è arrivato dopo, grazie al cambiamento generazionale dell’industria.
Oggi, dice ridendo, “le persone che leggono i fumetti fanno i film”.

La lezione di Tom Hanks che ogni autore dovrebbe ricordare
Bendis ha citato un consiglio di Tom Hanks, che lui stesso applica alla scrittura:
- Presentati in orario.
- Conosci le tue battute (preparati).
- Porta qualcosa che solo tu puoi portare.
Un metodo semplice, umano, e incredibilmente efficace.
Il caso, il tempismo e l’alchimia creativa: l’arrivo su Daredevil

Bendis ha iniziato raccontando uno dei capitoli più sorprendenti della sua carriera: il suo ingresso su Daredevil. Un’avventura iniziata quasi per caso, per tamponare i ritardi di Kevin Smith con la sua run.
«Mai, nemmeno in un milione di anni, avremmo pensato che Joe Quesada avrebbe chiamato prima David [Mack] dicendo: ‘Ok, prenderai in mano Daredevil’, e poi avrebbe chiamato me chiedendo: ‘Ehi, tu e David volete fare un po’ di Daredevil?’ Siamo stati assunti letteralmente perché Kevin Smith era in ritardo… e poi non è più tornato.»
Da lì, tutto è cambiato. Bendis ha raccontato del rapporto speciale creato con Alex Maleev, il disegnatore con cui avrebbe ridefinito il tono noir del personaggio. Tutto ciò che riguardava Maleev era ciò che aspirava a essere a livello artistico.

E le collaborazioni con artisti del calibro di Maleev, David Mack, Klaus Janson, Bill Sienkiewicz, sono state molto importanti per lui. Sono tutti artisti che lo hanno aiutato a crescere creativamente.
«Abbiamo potuto fare Daredevil con le persone che ci hanno fatto desiderare di scrivere Daredevil… e questo non succede mai. È un dono.»
Ha poi citato il loro recente ritorno al crime con Masterpiece e il nuovo progetto Cover con David Mack, definito “la cosa più bella che abbia mai disegnato.”

Lezioni di scrittura: una masterclass improvvisata
Il panel si è trasformato in una vera lezione di scrittura, con Bendis che ha condiviso alcuni dei suoi principi fondamentali che insegna ai suoi studenti universitari a Portland.
- Portare a termine ciò che si inizia
- Non cercare la perfezione
- Assorbire linguaggi e influenze
Il futuro di Brian Bendis alla Marvel… cosa bolle in pentola?
Tra gli altri appuntamenti, in compagnia di C.B. Cebulski, Sara Pichelli, co-creatrice di Miles Morales, Federico Vicentini, tra gli interpreti degli ultimi anni di Miles e sempre Zeth Castle, è andato in scena Ultimate Spider-man: 25 anni e non sentirli, panel dedicato al primo storico Universo Ultimate che ha visto tra i protagonisti proprio Brian Bendis e Sara Pichelli.

Sul finire l’annuncio che non ti aspetti: l’editor in chief C.B. Cebulski ha annunciato:
«Brian M. Bendis e Sara Pichelli di nuovo insieme nel 2026 su un nuovo progetto»
I fan presenti sono rimasti a bocca aperta (e forse devono chiuderla ancora adesso a distanza di due giorni).
Ovviamente nulla di più è stato rivelato, ma sono molte le speculazioni su dove vedremo Bendis e la Pichelli. Di nuovo su Miles Morales? Nuovo team creativo degli Avengers? Un personaggio tra i superstiti dell’Endgame del nuovo Ultimate Universe?
Qualche indizio social pare averlo dato direttamente Bendis sui suoi profili social… e un ragno si cela sotto la scritta “Maybe Marvel should get the band back together? – forse la Marvel dovrebbe riunire la band?”

Beh la band si è riunita… chissà dove la vedremo suonare.
Una cosa è certa: Bendis è stato uno dei protagonisti di questa Milan Games Week 2025 e ha voluto essere chiaro: è tornato e non vede l’ora di rimettere mano sui personaggi Marvel. Brian is Back!